Akie Abe, first lady del Giappone anticonformista, al Gay Pride
29 Aprile 2014 - di Mari
TOKYO – Una first lady come poche. Akie Abe, moglie del premier giapponese Shinzo Abe, da tempo impegnata nella lotta all’Aids, ha trascorso la domenica al Tokyo Rainbow Pride, la parata annuale per i diritti delle persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender).
Tailleur bianco e spille arcobaleno dell’iniziativa, la moglie del premier conservatore ha sfilato sul palco montato su un furgone nel ruolo di madrina d’eccezione nel corteo di oltre 3.000 persone, tra drag queen e costumi minimi nel quartiere di Shibuya, tra la stazione e il parco di Yoyogi.
Sul suo profilo Facebook, a stretto giro, ha affidato alcune riflessioni e foto dell’evento, a mala pena comparso sui media:
“Voglio contribuire a costruire una società in cui ognuno possa avere una vita felice, senza discriminazioni. Ho avuto il piacere di trascorrere momenti divertenti e pieni di sorrisi. Grazie”.
La ‘first lady’, soprannominata la leader del “partito di opposizione interna” del premier, intesa tra le mura domestiche, proviene da un famiglia agiata (suo padre è stato alla guida di Morinaga, colosso dolciario nipponico), ha studiato alla prestigiosa Scuola del Sacro Cuore di Tokyo fino alla laurea, ed è indicata essere (argomento sempre sensibile in Giappone quando si parla di religione) di fede cattolica.
Akie è molto popolare per alcune posizioni più liberali e, a volte, contrarie a quelle del marito e al ruolo di gran parte delle first lady giapponesi, molto più defilate.
Nel giugno del 2013, ad esempio, fece scalpore la sua presenza a un evento anti-nucleare contro i piani pro-atomo a uso civile del marito malgrado la gravissima crisi di Fukushima.
“Vorrei che il Giappone possa esportare energia pulita e rinnovabile. Dico no al nucleare”.
Ha espresso, da ultimo, scetticismo sulla Trans-Pacific Partnership (Tpp), il trattato di libero scambio promosso dagli Usa e le cui trattative sono in stallo, e si è detta da sempre, come ex disk jockey, entusiasta della cultura pop coreana a fronte del ‘cool Japan’ promosso dal premier.
Sposati dal 1987 e senza figli, Akie ha anche lavorato per il colosso della pubblicità Dentsu, prima di aprire un izakaya (ristorante tradizionale) organico a Kanda, quartiere di Tokyo. C’è chi avanza il dubbio nella blogosfera che possa esserci una divisione studiata dei ruoli, con una strategia comunicativa precisa. Quasi perfetta.