Alessia Marcuzzi: “GF13 volgare? Lo sono molto di più i politici!”
26 Maggio 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – GF13, alla vigilia della finale dell’ultima edizione del reality, Alessia Marcuzzi si scaglia contro i detrattori e difende il GF:
“Questo reality non è volgare, sono molto più volgari i politici che i concorrenti del Grande Fratello”.
Ma cosa è successo? Oggi 25 maggio avrà luogo la finale della 13esima edizione del Grande Fratello e Alessia Marcuzzi, presentatrice del reality, in occasione di una intervista al Corriere della Sera si è tolta qualche sassolino dalla scarpa. Più volte il programma è stato criticato e additato di volgarità, tanto che ha rischiato anche la chiusura anticipata ad aprile. Tuttavia, il pubblico ha risposto con uno share molto buono e ora si sta già pensando all’edizione del prossimo anno.
IL GF NON è VOLGARE COME I POLITICI:
Alessia Marcuzzi ha voluto parlare in merito alle critiche piovute spesso sul GF:
“Sono certa che le critiche provengono la persone che non hanno mai visto una puntata del Grande Fratello 13. Nel nostro programma non ci sono scene morbose, nè nudi, inoltre tagliamo le scene più volgari e chi bestemmia viene espulso. Le scene di sesso sono censurate”
Poi, una stoccata anche alla politica:
“In televisione vediamo sicuramente scene peggiori: liti furibonde, risse, scene pazzesche in Parlamento. Sono più volgari i politici che i concorrenti del Grande Fratello. Quest’anno abbiamo parlato di vari temi, come il razzismo e l’omofobia”.
Tuttavia, basta la presunta mancanza di volgarità decantata da Alessia Marcuzzi, per far del GF un buon programma? Lei spiega:
“Si parla di argomenti importanti, storie difficili tra genitori e figli, il tema della disabilità, l’omofobia. Quest’anno c’era un concorrente senegalese adottato da una famiglia pugliese, una storia bellissima. Anche del Tibet abbiamo parlato”
Infine la conduttrice spiega cosa è per lei il GF:
“Un esperimento sociologico e insieme un gioco. Ci sono ragazzi chiusi in una casa che si sfidano per vincere dei soldi, ma nel contempo si tratta di giovani di ceti sociali differenti, con storie diversissime, costretti a interagire”