Leggere fa bene: biblioterapia contro ansia e depressione. E non solo
4 Dicembre 2013 - di Mari
ROMA – Leggere fa bene. Alla mente e al corpo. Si chiama biblioterapia: è la lettura che porta benefici a livello di rilassamento e di benessere psicofisico. E riduce attacchi di panico, stati d’ansia e depressione. La scoperta, scrive Elena Meli sul Corriere della Sera, arriva dall’Università di Goteborg, in Svezia.
Osservando le conseguenze della lettura su un gruppo di donne con patologie che riducevano la loro capacità lavorativa, i ricercatori svedesi hanno dimostrato che leggere romanzi fa stare meglio e aiuta la riabilitazione.
Questo perché spesso chi è malato non ha più nemmeno voglia di leggere un bel libro. Ma quando si riprende a farlo, e si trovano storie che riflettono la propria condizione, si possono avere dei benefici anche a livello fisico, ritrovando prima la voglia di ricominciare a riprendere la vita quotidiana.
Il primo uso dellabiblioterapia si è avuto all’inizio del ventesimo secolo negli Stati Uniti, ha spiegato la psicoterapeuta Rosa Mininno al Corriere della Sera, quando lo psichiatra William Menninger iniziò a prescrivere libri ai suoi pazienti, notando miglioramenti. Le letture vanno calibrate sul paziente e sul momento che sta vivendo. E la scelta va motivata. Può riguardare generi diversi, dal romanzo all’opera teatrale, dalla poesia al saggio. La guarigione, sottolinea Maninno, avviene grazie alla consapevolezza che scatta con la lettura, che ci libera dall’isolamento e ci mette in contatto con il mondo.
La biblioterapia viene usata nei casi di disturbi d’ansia, depressione, problemi alimentari, ma anche in alcuni casi di malattie organiche, da quelle oncologiche a quelle cardiologiche, portando benefici soprattutto a livello di interazione medico-paziente.