Grassi saturi, contrordine: non aumentano il rischio infarto
18 Marzo 2014 - di Mari
ROMA – Mangiare grassi animali come i formaggi non aumenta sempre il rischio di infarto. Lo sostiene uno studio dell’Università di Cambridge. I ricercatori hanno revisionato una vasta mole di dati a disposizione e non hanno trovato alcuna associazione tra contenuto di grassi saturi nel sangue e nella dieta di un individuo e il suo rischio coronarico, cioè il suo rischio di infarto.
La meta-analisi fa vacillare anche le raccomandazioni che suggeriscono di consumare molti grassi insaturi (omega 3 ed omega 6) perché da essa non sono emersi dati a supporto di tali raccomandazioni.
Gli esperti hanno riesaminato i dati di 72 studi sull’argomento per un totale di oltre 600mila individui coinvolti. Hanno confrontato il rischio coronarico individuale con le concentrazioni nel sangue di grassi saturi e con il consumo di questi nutrienti nella dieta di ciascun individuo coinvolto.
Dai risultati non è emersa alcuna forte correlazione tra grassi saturi nel sangue, quantità di grassi saturi assunti con l’alimentazione e rischio cuore di ciascuno. Allo stesso tempo non sono emerse prove sufficienti ad avvalorare la bontà della raccomandazione di consumare molti grassi insaturi, anzi per alcuni di essi si è trovato anche un lieve legame col rischio cardiaco.