Tumore al polmone, inquinamento aumenta il rischio: scienza conferma
10 Luglio 2013 - di Mari
MILANO – Il tumore al polmone può essere causato dall’inquinamento ambientale. Per la prima volta c’è una conferma scientifica di un legame temuto da molti. A dirlo è uno studio condotto in collaborazione con l’Istituto nazionale dei tumori di Milano e pubblicato sulla rivista Lancet.
I ricercatori hanno monitorato per tredici anni 300mila persone in nove Paesi europei: Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia. Dai dati raccolti è risultato che la presenza delle polveri sottili tossiche nell’aria delle città fa aumentare drasticamente il rischio di cancro polmonare, in particolare quello di adenocarcinoma.
Drammatica la situazione in Italia. Qui i ricercatori hanno seguito gli abitanti di Torino, Varese e Roma e la situazione è risultata tra le peggiori d’Europa. Basti ricordare che nel nostro Paese nel 2010 si sono registrati 31.051 nuovi casi di tumore al polmone. Se poi il soggetto durante il periodo di studio non si sposta mai dal luogo di residenza il rischio di tumore al polmone raddoppia, quello di adenocarcinoma triplica.
Dallo studio è risultato che, per ogni aumento di 10 microgrammi di Pm 10 per metro cubo nell’aria, il rischio di tumore al polmone aumenta di circa il 22%, e sale al 51% per l’adenocarcinoma, l’unico tumore che si sviluppa in un significativo numero di non fumatori.
In base alle normative dell’Unione europea le polveri sottili tossiche nell’aria dovrebbero mantenersi sotto i 40 microgrammi per metro cubo per i Pm 10 e al di sotto dei 20 microgrammi per i Pm 2,5. Ma da questo studio si evince che anche sotto questi limiti non si può escludere il rischio di tumore al polmone.