2013, anno nero: in Italia chiuse più di 50 mila imprese
29 Settembre 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Ennesimo anno nero per le imprese. 50 mila imprese chiuse nei primi 8 mesi del 2013, con 32 mila cessazioni nel commercio e 18 mila nel turismo. Non solo: considerando anche l’avvio di nuove attività, il saldo è negativo di quasi 20 mila unità. Se continua così, a fine 2013 si saranno perse per sempre 30mila imprese e almeno 90mila posti di lavoro.
I dati diffusi dall’osservatorio di Confesercenti sul commercio e turismo sono allarmanti. Complessivamente, nei primi otto mesi dell’anno si registra nel commercio al dettaglio in sede fissa un saldo negativo di 14.246 imprese, a fronte di 18.208 nuove aperture e 32.454 chiusure.
Soffrono anche le attività di alloggio e ristorazione, che perdono per sempre 5.111 attività, con 12.623 nuove imprese e 17.734 cessazioni. Insomma, la crisi ‘svuota’ le citta di bar, ristoranti e hotel. Ma, soprattutto, è drammatico il tracollo della moda: nei primi 8 mesi dell’anno, una cessazione su 4 nel commercio è un negozio di abbigliamento.
Ma i negozi del web continuano a crescere. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti, infatti, le imprese di commercio al dettaglio che vendono attraverso internet sono aumentate, negli ultimi 20 mesi, del 24,5%. In particolare, da gennaio 2012 ad agosto 2013, le attività di commercio web sono passate da 9.180 a 11.430: un saldo positivo di 2.250 unità, pari a quattro imprese in più ogni giorno.
‘Turismo e Commercio, pur subendo la crisi più dura dal dopoguerra, si confermano tra i settori più vitali dell’imprenditoria italiana”. E’ il commento del segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni. ”L’accorciamento della vita delle imprese, però, è un dato estremamente allarmante, soprattutto se si considera che, fino a pochi anni fa, la vita media delle attività nei due settori era di 14 anni. Si offrono dunque molte opportunità, ma anche molte delusioni: è teoricamente molto facile avviare un’impresa in questi settori, ma è praticamente difficilissimo mantenerla in vita”.
”Occorre cambiare mentalità – avverte Bussoni – senza internet, senza Pos, senza eCommerce non si può più pensare di sopravvivere a lungo sul mercato. Le nuove imprese devono essere accompagnate nel loro percorso, dobbiamo sostenere le start-up”.
Fonte: Adnkronos