Moda sostenibile, la parola chiave è design circolare: cos'è e come funziona
Molte aziende sopravvalutano il loro impegno nella sostenibilità, e il rischio greenwashing è in agguato. Lo segnala un report di Cikis Studio, società specializzata nella consulenza di sostenibilità nel settore della moda.
Nello specifico, secondo il report di Cikis, sono diminuite le aziende di moda italiane che hanno raggiunto un livello avanzato di sostenibilità. E il 22,1% sopravvaluta il proprio impegno green. Per queste aziende, c’è un alto rischio greenwashing, dovuto alla sopravvalutazione della rilevanza delle pratiche implementate.
Dal report emerge inoltre che gli investimenti in sostenibilità non sono auspicabili solo per motivi etici, competitivi e di compliance, ma anche per motivi economici. Il 63% delle aziende ha dichiarato che le scelte green non sono state un costo, ma un investimento che ha generato un ritorno positivo.
“Oggi in Italia – spiega Serena Moro, Founder di Cikis – il 99% delle aziende di moda investe in sostenibilità o ha intenzione di farlo, a conferma che una svolta green è sempre più richiesta e apprezzata. Già l’anno scorso le aziende che investivano in sostenibilità erano l’89%, ben il 45% in più rispetto al 2020.
È risultato, però, che il 60% delle aziende intervistate ha una percezione del proprio impegno green che non corrisponde puntualmente alla realtà“.
Di queste, il 22,1% si sopravvaluta: l’autovalutazione media delle aziende di livello base sul proprio operato green l’anno scorso si attestava a 4,5 su 10, quest’anno è salita a 6 su 10. Per queste aziende – segnala Cikis – c’è un alto rischio greenwashing, dovuto alla sopravvalutazione della rilevanza delle pratiche implementate.
Se da un lato aumentano infatti le aziende che investono in scelte green, dall’altro – secondo il report – diminuiscono quelle che si trovano a un livello avanzato di sostenibilità (-15,2% rispetto al 2021). Inizia a emergere l’importanza della scelta dei materiali. Il 48% delle aziende ha introdotto o incrementato l’utilizzo di materiali a ridotto impatto ambientale o che tutelano i diritti sociali. Solo il 16,8% di queste, però, li ha integrati per più del 75% sulla collezione totale. Ancora poco sentita è l’importanza dell’economia circolare, citata come priorità solo dal 7,4% delle aziende.
Pochissime aziende (2%) investono poi in compensazione delle emissioni, ma per tutela dei lavoratori e welfare aziendale la sensibilità è in aumento, con un incremento del 66,7% rispetto al 2021.
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