L’Ue vuole ridurre gli sprechi alimentari pro capite del 30% entro il 2030
5 Luglio 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
L’Ue vuole ridurre gli sprechi alimentari pro capite del 30% entro il 2030 in ristoranti, mense e famiglie e del 10% nell’industria alimentare. Questo l’obiettivo obbligatorio nazionale proposto dalla Commissione europea in una riforma mirata della direttiva sui rifiuti. Circa 59 milioni di tonnellate di cibo (131 kg/abitante) vengono sprecate ogni anno nell’Ue, con un valore di mercato stimato di 132 miliardi di euro, ricorda una nota della Commissione europea.
Chi genera gli sprechi alimentari
Oltre la metà dello spreco (53%) è generato dalle famiglie, seguite dal settore di trasformazione e manifatturiero (20%). Secondo le stime della Commissione europea, raggiungere gli obiettivi proposti significherebbe risparmi per 400 euro l’anno per una famiglia tipo di quattro persone. Una revisione è prevista nel 2027 per verificare la possibilità di accelerare, visto che l’Ue e gli Stati membri hanno sottoscritto l’obiettivo di sviluppo sostenibile Onu sul dimezzamento dello spreco alimentare entro il 2030.
Raccolta differenziata per gli scarti tessili
La Commissione avanza anche l’idea di un sistema comune e obbligatorio per i produttori per contribuire alla raccolta differenziata degli scarti tessili. L’intervento anticipa anche la già prevista entrata a regime, dal 1° gennaio 2025, dell’obbligo di raccolta differenziata per i tessuti, con responsabilità estesa al produttore. Le norme riguardano il sistema con cui i produttori finanzieranno investimenti in capacità di raccolta differenziata, cernita, riutilizzo e riciclaggio.
I tessili usati dovranno essere selezionati in primo luogo per il riutilizzo e, se non possibile, al riciclaggio. Le nuove regole chiariscono la definizione di rifiuto tessile o riutilizzabile, per frenare le frodi all’esportazione di rifiuti tessili verso paesi che non sono attrezzati per gestirli.
L’Ue, puntualizza la Commissione europea, genera 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. Abbigliamento e calzature da soli rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti pro capite ogni anno. Attualmente solo il 22% dei rifiuti tessili post-consumo viene raccolto separatamente per essere riutilizzato o riciclato. (Fonte ANSA).