A Martina Levato, “coppia dell’acido”, levano figlio: è giusto?
17 Agosto 2015 - di Claudia Montanari
MILANO – A Martina Levato, “coppia dell’acido”, levano il figlio appena nato: è giusto secondo voi? Il dibattito è aperto. È triste e agghiacciante, la storia e la questione. Triste e agghiacciante è, forse, anche il termine con cui sono ormai conosciuti Martina Levato e Alexander Boettcher: appunto, “La coppia dell’acido”. Eppure tant’è. Gli sfiguratori, se più piace. La coppia che ha irrimediabilmente rovinato e cambiato la vita del ventenne Pietro Barbini che colpe non ne aveva se non, forse, essere un ex fidanzato della Lovato. La storia purtroppo è conosciuta ai più: lo scorso 28 dicembre Martina Levato e Alexander Boettcher hanno aggredito con l’acido Pietro Barbini, ex compagno di scuola di lei. I due sono poi stati condannati, a giugno, a 14 anni di carcere più altri 3 anni di libertà vigilata a fine pena come misura di sicurezza. La cosa che ha scombussolato ancor di più l’opinione cittadina è che, all’apparenza, i due ragazzi potevano sembrare una coppia “normale”. Anzi, anche piuttosto “fortunata”: entrambi di buona famiglia, entrambi di bell’aspetto. Lei studentessa alla Bocconi, lui broker tedesco e amante del fitness.
Il folle gesto ha causato non pochi dibattiti e ora un nuovo particolare sta facendo discutere ancora. La ragazza, infatti, ha partorito a mezzanotte e un quarto di Ferragosto un bimbo: 3 chili e 800 grammi di tenerezza che, però, le sono stati immediatamente tolti. Martina e il suo bambino non potranno stare insieme fino a una decisione del Tribunale dei minori, che avverrà in tempi brevi nell’ambito di un procedimento per l’adottabilità. Sono queste le indicazioni date dal pm di turno dei minori, Annamaria Fiorillo, e che, è stato spiegato, sono “di prassi” in casi delicati come questo. E la questione ha fatto discutere: è giusto o no levare un figlio dal grembo della madre? Si legge sul Messaggero:
“È stata una decisione priva di un minimo di umanità quella di separare il piccolo appena nato dalla madre Martina, detenuta per avere aggredito con l’acido un ex-fidanzato? È stato causa di un “dolore mostruoso” assolutamente gratuito l’avere prescritto, come stabilisce la legge, che un neonato in attesa di adozione non sia allattato dalla madre? Così protestano i nonni del bambino nato in questo difficile contesto, mentre i risultati dei sondaggi sembrano confermare invece che una maggioranza di lettori è favorevole alla sentenza.
Il dibattito si è scatenato, coinvolgendo carovane di cittadini nella giornata di ieri. Il tema merita ogni attenzione con il diritto negato alla madre e la domanda: chi stiamo tutelando sottraendo un neonato alla mamma? La vicenda ha tutti gli ingredienti della storia strappalacrime: la madre che sogna solo di stare con il suo bambino, e così i nonni, che sembrano pronti ad allevare il nipote in un nido di amore e farne un cittadino modello. Come mai la loro prova come genitori sia riuscita così male, però, non sembra essere presa in considerazione seriamente da nessuno!”
Tuttavia, la legge che in alcuni casi prevede un allontanamento repentino del figlio dalla madre, non è punitiva bensì preventiva in quanto serve per impedire maggior dolore nella madre e probabilmente, anche se non lo sappiamo, nel bambino.
“Perché è vero che fra la madre e il bambino durante la gravidanza si crea un legame speciale, un rapporto unico fondato sui battiti del cuore, sulle vibrazioni della voce, che rendono più facile per il bambino i primi mesi di vita. Ma ci sono poi anche tutti gli altri anni, quelli successivi in cui la madre diventa un esempio, un’educatrice, una guida: se si deve scegliere, guardando al lungo periodo e non all’immediato, la madre deve anche essere scelta come persona che sia fornita delle qualità minime necessarie per assumersi la responsabilità di fare il genitore”.
E secondo voi, allontanare in maniera così precoce il bambino dalla madre è stata una decisione giusta? Il dibattito è aperto.