Abby Wambach e l’ascesa del calcio femminile nel mondo
17 Dicembre 2015 - di Claudia Montanari
ROMA – Ha 35 anni, ha vinto due titoli olimpici, è vicecampionessa mondiale in carica, detiene il record di media goal a partita con 184 reti. Professione? Calciatrice professionista. Mary Abigail Wambach, più coosciuta come Abby, ha contribuito a rendere sempre più grande il calcio femminile. Con la nazionale statunitense ha dimostrato al mondo che il calcio non è solo per uomini e, non a caso, la nazionale femminile americana è una delle più famose e temute. Abby è riuscita anche nell’impresa di far vincere il Mondiale conclusosi questa estate in Canada. Strano a dirsi ma, nonostante quella degli Stati Uniti sia una delle nazionali femminili più famose e più forti degli ultimi 20 anni, erano 15 anni che non riusciva a vincere il Mondiale.
Dopotutto, l’America non è un paese per il calcio, sport non apprezzato quanto in Europa. Sembra impossibile eppure il soccer maschile negli Stati Uniti ci ha messo più di 30 anni ad essere apprezzato, al contrario di quello femminile che, invece, è stato amore a prima vista. Dal 1991, anno in cui la Fifa decide di organizzare il primo Mondiale femminile di calcio, questo sport prende uno spazio sempre più ampio negli Stati Uniti grazie non solo agli straordinari risultati ma anche per motivi di immagine. Nel 1999 l’America organizza la Coppa de Mondo femminile proprio negli Stati Uniti segnando la svolta di questo sport: ogni volta che le ragazze dell’USWNT scendono in campo, raccolgono almeno 50 mila persone allo stadio pronte ad applaudirle. I numeri sono da brivido.
In Europa, purtroppo, il calcio femminile non è apprezzato quanto in America anche se con gli anni sta prendendo una fetta sempre maggiore di spettatori. Nell’ultimo report compilato dall’Uefa sul calcio in rosa la crescita di questo sport è netta e chiara. Si legge sulla relazione:
“Per la prima volta, otto squadre europee parteciperanno alla fase finale della Coppa del Mondo Femminile FIFA, indice della crescita del calcio femminile in Europa. Con l’aumento delle risorse che molte federazioni nazionali stanno garantendo allo sviluppo del calcio femminile, non sorprende che il livello elite sia migliorato. Tuttavia il calcio femminile professionistico avrebbe difficoltà a sopravvivere e crescere senza una base molto forte. I programmi di sviluppo mirati al calcio di base aumentano le opportunità per le donne di ricoprire il ruolo di allenatore. Le strategie di promozione e comunicazione loro riservate, stanno tutte ottenendo risultati positivi”.
Così, in Europa si registra una crescita del 4% nel numero di calciatrici, con un aumento di 46.244 unità, per un totale di 1.208.558. Il numero delle calciatrici è cresciuto di cinque volte dal 1985. Inoltre sempre più ragazze giovani giocano a calcio, con il numero delle under 18 salito a oltre 750.000. La sfida più importante di oggi, spiega il rapporto, non è solo quello di promuovere il calcio femminile, ma anche di mantenere a lungo termine le giovani calciatrici nel circuito del calcio.