Addio a Mary Quant, la minigonna come inno alla libertà
14 Aprile 2023 - di Claudia Montanari
È morta Mary Quant, la stilista britannica a cui il mondo riconosce di essere stata la “mamma della minigonna”. Si è spenta serenamente questa mattina nella sua casa del Surrey, ha annunciato la famiglia.
A lei, che ebbe con la minigonna un impatto sul mondo della moda paragonato a quello dei Beatles per la musica pop, va il merito di aver diffuso nella seconda metà del ‘900 l’indumento femminile più amato dalle ragazze di tutte le latitudini, facendolo indossare da una parrucchiera di 17 anni, Leslie Hornby, detta Twiggy, che diventerà poi una delle modelle più influenti di quegli anni.
Mary Quant e la storia della minigonna
Anche se l’invenzione di quella piccola striscia di tessuto che arrivava a metà coscia (e anche più su) e che si portava con alti stivali e collant, anch’essi appena inventati a posto delle calze con giarrettiera, viene invece attribuita ad André Courrèges, che nel 1964 aveva presentato a Parigi corti vestitini a trapezio, e che quindi aveva rivendicato la paternità della minigonna.
Mary Quant, in realtà, accorciò gli orli fino ai limiti del concetto di decenza di allora. In effetti, non c’è ragazza al mondo che non abbia accorciato la gonna in bagno in discoteca arrotolandola in vita. Ma nei primi anni Sessanta la società era ancora molto bigotta in tema di costumi. Il ’68 arriverà poi con la sua carica sociale rivoluzionaria e porterà amore libero, pillola anticoncezionale, capelli lunghi per i figli dei fiori, jeans e minigonne per le ragazze.
La sua vita bohemien
Barbara Mary Quant nacque a Blackheath l’11 febbraio 1930, in un sobborgo di Londra. I suoi genitori erano due insegnanti gallesi della London University. Per la loro amata figlia sognavano un tranquillo futuro d’insegnante. Invece Mary, che studiava illustrazione al Goldsmiths College, giudicava quella vita noiosa e a sedici anni decise di andare a vivere a Londra. Qui conobbe Alexander Plunket Greene, rampollo di una nobile famiglia inglese e nipote di Bertrand Russell. I due iniziarono una vita bohemien. Mary già indossava gonne corte e stivaletti: aveva cominciato a scuola da bambina ad accorciare le gonne, ispirata da una compagna che ballava il tip tap, come raccontava nella autobiografia “Quant by Quant”.
Dopo gli studi Mary completò un apprendistato con il modista Erik di Brook Street. Con il suo Alexander intanto fece amicizia con un ex avvocato diventato fotografo, Archie Mc Nair, e con il suo aiuto comperarono una casa a Londra. Nello scantinato aprirono un ristorante e, al primo piano, la boutique Bazaar (1955). Ma erano sulla King’s Road e il successo delle loro proposte fu immediato tra i giovani britannici e oltre confine.
I giovani del paese più conformista d’Europa, la Gran Bretagna, erano i primi a sentire la necessità di cambiamenti. La frattura con il vecchio mondo era quindi rappresentata dai capelli lunghi per i ragazzi, dalle gonne corte per le ragazze e dalla musica dei Beatles. I londinesi dapprima risero della boutique di Mary, ma poi vinse la curiosità e arrivò clientela dal mondo del cinema, del teatro, dell’arte. Mary e Alexander si sposarono e aprirono un altro negozio nella snob Brompton Road a Knightsbridge.
Anche grande imprenditrice
Icona della Swinging London, Mary sarà anche brillante imprenditrice: fondò nel 1963 il “Ginger Group” per esportare i suoi prodotti negli Usa, lanciò una linea di cosmetici nel 1966 e una collezione di calzature nel 1967. Nel 1966 ricevette dalle mani della regina Elisabetta l’onorificenza di Cavaliere della Corona Britannica, che l’anno prima era stato concessa ai suoi idoli, i Beatles. Lo scrittore Bernard Levin la definì “High Priestess of Sixties fashion”, l’alta sacerdotessa della moda degli anni Sessanta. Di recente Re Carlo III l’aveva premiata con il titolo di Membro dell’ordine cavalleresco dei Compagni d’Onore. Nel 2021 è stata celebrata dal docufilm di “Sadie Frost “Quant”.