Made in Italy: sinonimo di qualità anche nei prodotti alimentari
5 Aprile 2012 - di Claudia Montanari
ROMA- ”Non solo grandi imprese ma soprattutto grandi prodotti nazionali da promuovere nel mondo:mozzarella, ortofrutta, vino, olio e parmigiano. Autentici ambasciatori del Made in Italy nel mondo capaci di produrre Pil, reddito e nuovo lavoro. E’ l’appeal delle eccellenze agroalimentari nazionali il nostro miglior biglietto da visita”. Lo ha detto il presidente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, Paolo Russo, nel corso dell’audizione congiunta, con le commissioni Attività produttive ed Esteri, del ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera.
”Per la promozione delle nostre piccole e medie imprese sui mercati esteri – ha evidenziato il parlamentare – facciamo tesoro dell’esperienza negativa di Buonitalia, puntando ad una seria organizzazione che consenta di evitare sovrapposizioni e dispersioni, causa di debolezza e scarsa incisività del sistema. Mai più dunque gestioni opache, che si sono limitate a diventare una sorta di catering di una spa, oggi in liquidazione, che non ha saputo perseguire la mission per la quale, nel 2003, era stata creata”. ”
Allo stesso modo – ha aggiunto Russo – bisognerà cancellare le attività di Simest, quando si sostengono imprese che delocalizzano e, complice il potere evocativo dell’italian sounding, competono con l’autentico agroalimentare nazionale, danneggiando l’agricoltura italiana e turlupinando i consumatori”. ”Nella situazione attuale, in cui siamo alla ricerca di strumenti per rilanciare l’economia e la competitività delle imprese, il made in Italy – ha sostenuto il presidente della commissione Agricoltura – è riconosciuto come una leva fondamentale per lo sviluppo del Paese. Per mettere in campo una strategia vincente dovranno però essere tenute ben presenti le caratteristiche delle aziende agricole italiane, in maggioranza di dimensioni medio piccole”. ”Apprezziamo – ha detto infine Paolo Russo – le rassicurazioni del ministro Passera che ha garantito l’efficace rappresentanza della filiera agroalimentare sia sul piano strategico che su quello della governance”.