Angela Merkel e quel suo look studiato e strategico. Altro che “sciatto”…
25 Settembre 2013 - di Claudia Montanari
BERLINO – Prima classificata tra le 100 donne più potenti del pianeta e, se a scriverlo è Forbes, bisogna dargli credito. Angela Merkel, che in classifica ha scalzato anche la First Lady Michelle Obama slittata al quarto posto, si è appena portata a casa la terza vittoria consecutiva alle elezioni in Germania. Il suo partito, l’Unione cristiano-democratica (Cdu) insieme all‘Unione cristiano-sociale della Baviera ha guadagnato oltre il 40%, attestandosi al 41,5%, il risultato migliore degli ultimi 20 anni.
Ma se la “Cancelliera di Ferro“, risulta essere una delle donne più potenti e temute del pianeta, non certo è per il look. Forse. O meglio, questo è quello che pensano più o meno tutti compreso quella “lingua lunga” di Karl Lagerfeld, direttore creativo della Maison Chanel che più volte ha criticato il look della Cancelliera tedesca offrendosi di darle qualche consiglio di stile.
Eppure, si sa, Angela Merkel non è sprovveduta. E c’è qualcosa in quei completi, in quelle giacche, in quei pantaloni e quegli accessori. Quelle collane abbinate -si badi bene- non ai blazer bensì ai bottoni. C’è qualcosa in quel caschetto biondo rigido sempre perfetto. Quel look iper-conservatore, finto trasandato che trasandato in realtà non lo è mai. Quelle borse di pelle, morbida e di qualità, che mai mostrano o evidenziano un marchio.
Basti pensare che la Merkel, spesso ha confessato, che a lei il suo look le piace così. Perché ciò che conta è essere, non apparire. Però quel caschetto rigido che tanto rispecchia la sua politica austera, un pochino “puzza”. E infatti esce fuori che, per esempio, proprio quel caschetto non è lì per caso. Recentemente la Cancelliera ha confessato che ogni mattina vi è una estetista di fiducia pronta a truccarla e pettinarla nel mini appartamento all’ultimo piano, dove la Merkel ha un “angolo beauty” in cui c’è tutto il necessario. Il suo caschetto biondo lo fa rimanere rigido grazie a “mezzi adeguati” (vedasi lacca a tutto andare, di quelle “extra strong” che forse anche loro un pochino la Merkel la temono, e cercano di fare il loro lavoro nel miglior modo possibile).
Anche il suo look non è proprio lasciato al caso. Nello stesso angolo beauty, confessa, vi è anche una stilista che le consiglia gli abbinamenti. E forse qui la vera notizia è rendersi conto che sì, nel privato, c’è qualcuna che le dice come si deve vestire. Lei si chiama Bettina Schoenbach e segue Angela Merkel dalla vigilia delle elezioni nel 2005.
Bettina fu intervista una volta dal Wall Street Journal e confessò i gusti della temuta Angela Merkel. “L’aggettivo che meglio descrive le mie collezioni è essenziale” raccontò, ma questa è una confessione piuttosto evidente. Le forme “base” e le linee essenziali furono decise all’inizio della loro “collaborazione”: forme minimali, colori neutri, tailleur che scendono dritti, giacche con tre bottoni e tasche diagonali. Di lì non si scampa.
E la realtà è che questo look funziona davvero, non ce n’è per nessuno. Solo qualche tempo fa, prima delle elezioni, Robb Young, autore di “Power Dressing: First Ladies, Women Politicians & Fashion” scalpitava contro lo stile della Cancelliera: “Questo guardaroba immobile non va più bene. Dà l’idea che scegliendo di nuovo questa donna (in riferimento alle elezioni di questo 2013, appena trascorse) non vi sarà alcun cambiamento»”.
Chi lo avrebbe mai detto che, invece, ancora una volta avrebbe avuto una snervante ragione la Merkel?
C’è poco da fare, a noi donne italiane (e magari anche a quelle francesi) un look apparentemente poco curato non va proprio giù. Ma l’osservatrice “superficiale” sbaglia a criticare i look “trasandati” della Merkel perché tanto trasandati poi non sono. Dietro quelle giacche “sfatte”, dietro quei pantaloni che le stanno “alla bene-meglio“, dietro la scelta del velluto quando ha incontrato l’ex presidente francese Sarkozy o la lana per il discorso al parlamento tedesco, vi è un preciso e strategico “piano politico”: “Tutti questi vestiti hanno un obiettivo. Sottolineano il potere della donna e se una donna è elegante può ottenere molto di più» rassicura Bettina.
Anche la scelta delle borse è sempre minuziosa. Non è mica un caso se invece dell’inflazionattissima (e costosissima) Birkin tanto amata anche dalla nostra Daniela Santanché, al braccio la vediamo spesso con una Longchamp. Cambiano i colori, cambiano i modelli ma il marchio è quasi sempre quello e le donne la Longchamp la conoscono bene: pratica, capiente e soprattutto relativamente economica. In fondo, la Merkel, non è mica una Santanché qualunque…
Gli esperti del settore inorridiscono al solo solo pensiero, ma che tra la Cancelliera di Ferro e la Lady di Ferro ci sia qualche assonanza, anche nello stile, è un dato di fatto. Certo, la Thatcher aveva classe da vendere e la Merkel non è certo la più elegante d’Europa. Ma vi è una certa continuità fra quei tailleur severi e austeri, tra quelle collane sempre sapientemente abbinate. E poi di nuovo lì, a quel caschetto rigido che più rigido non ce n’è.
Un look esplicito. A dirla nell’epoca del 2.0, uno stile più diretto di un Tweet da 140 caratteri. E anche meno.