Anna, dramma d’amore gay: si getta nel vuoto, salva per miracolo
1 Ottobre 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Miracolo a Roma dopo una delusione d’amore omosessuale: il tettino di un’auto salva una ragazza di 27 anni, che si era gettata dal secondo piano perché non riusciva a superare il dolore per essere stata lasciata dalla sua amante dopo 7 anni di relazione.
È accaduto nel quartiere Conca d’Oro della capitale, dove Anna si è gettata nel vuoto non riuscendo a superare il suo dramma d’amore. Anna è una ragazza allegra e solare, nessuno sospettava che sotto quegli occhi chiari e luminosi ci fosse in realtà un profondo dolore d’amore.
Raffaella Troili e Piergiorgio Bruni scrivono su “Il Messaggero”:
“Dopo un volo di molti metri, Anna è viva (è atterrata sopra un’Opel Astra blu parcheggiata in via Val Sillaro). Gli occhi chiari e dolci, i capelli biondi come quelli che hanno solo i pupi. Da un po’ li aveva nascosti sotto un caschetto scuro e ribelle. Non è servita quella bella notizia, arrivata mentre era alla cassa di Acqua e sapone, dietro casa: il posto da restauratrice ai Musei vaticani si era liberato, dunque poteva fare quello che aveva sempre desiderato, vivere d’arte, la sua grande passione. E così tutti la vedevano più sorridente del solito, ma sempre molto educata e cortese”.
La ragazza si è gettata dalla finestra alle 10.30 di lunedì mattina. La donna con cui aveva una relazione da 7 anni aveva deciso di troncare e per Anna il dolore era insormontabile.
Su “Il Messaggero” vi è la testimonianza del titolare di un negozio di ricambi moto che proprio quella mattina sentì il tonfo agghiacciante:
“Ero al telefono con mia moglie, quando ho sentito un tonfo sordo. Mi sono affacciato e ho visto una scena raccapricciante: la ragazza, di schiena sopra il tettino della vettura, non si muoveva. E c’era un passante che le teneva la mano. La polizia è arrivata immediatamente, subito dopo un’ambulanza che l’ha stabilizzata e dopo pochi istanti una seconda che l’ha portata via»”.
Schiacciamento di due vertebre, nulla di più. Dopo la corsa sfrenata all’ospedale Pertini di Roma Anna è stata giudicata “miracolata“. Scrive Il Messaggero:
“Fuori pericolo anche se resta in reparto e sotto controllo per almeno 48 ore. Anche la mamma in quel momento deve essere precipitata, è rimasta qualche minuto ancora in casa, disperata, a non spiegarsi il motivo di quel gesto altrettanto disperato. Sì, c’era quel legame con un’altra ragazza, da sette anni, una grande amicizia”.
E proprio quella storia, che per Anna era molto più che un legame, ha portato la ragazza a cercare di farla finita. “Non mi cercare più, con te ho chiuso” le aveva urlato l’ex fidanzata.
La mamma di Anna, sconvolta, racconta:
“Veniva spesso a casa mia, quadrata, razionale, saggia, tranquilla. Ma che sta succedendo a questi giovani, sono fragili, altrimenti come si spiegano tutti questi suicidi? Sto a Torraccia e poco tempo fa, ad agosto, si è buttato di sotto un altro ragazzo (Roberto, 14 anni, in una lettera ha lasciato detto di esser gay e di aver paura di essere accettato)»”.
Eppure gli amici non credono al tentato suicidio solo ed esclusivamente per una questione amorosa:
“Gli amici non ci credono. O meglio, indicano un’altra strada: i pregiudizi, il non accettarsi o sentirsi accettati e forse i familiari in cuor loro lo sanno. […] «E’ una ragazza molto schiva e riservata – raccontava ieri Desiree, una conoscente del quartiere – probabilmente soltanto per timidezza. Amava ogni forma d’arte e si divertiva a dipingere»; «è stata qui da noi per un po’ di tempo – ecco una dipendente di Acqua & Sapone – poi qualche mese fa ha deciso di licenziarsi per seguire la sua grande passione: l’arte»; e un vicino: «era molto amica di mia moglie che ha ottanta anni e sta male. La prego non posso parlare, altrimenti si accorge che è successo qualcosa». E un altro, ancora: «L’ultima volta che l’ho incontrata era felice: finalmente stava facendo la restauratrice, aveva fatto la scuola d’arte, disegnava e dipingeva molto bene. Ed era la classica brava ragazza, pacioccona, tranquilla, lavoratrice».