GB: bimba di 4 anni Qi di Einstein. È o no un genio?
19 Aprile 2012 - di Claudia Montanari
WINCHESTER – Heidi Hankins ha il quoziente intellettivo di 159 punti, 1 solo punto in meno di Albert Einstein. Già questa è una qualità piuttosto rara da trovare. Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente in Heidi: ha solo 4 anni.
Figlia di un docente universitario e di una artista, a 2 anni Heidi sapeva già leggere. C’è chi nella bimba ha già visto un piccolo genio e chi invece consiglia di prendere con le adeguate considerazioni la sua sicuramente straordinaria intelligenza, ma che per parlare di genio bisogna attendere che Heidi cresca e mantenga le sue doti.
“Abbiamo sempre pensato che fosse al di sopra della media: ha iniziato a leggere molto presto, a parlare poco tempo dopo la nascita e a un anno aveva già un vocabolario molto ricco e si esprimeva con frasi articolate e corrette” ha detto il padre Matthew.
Il delegato Mensa della Gran Bretagna, John Stevenage, ha garantito: “I genitori di Heidi hanno correttamente identificato il grande potenziale della bambina”.
Gli psicologi, invece, consigliano di “andarci piano”, lo psicologo cognitivo Scott Barry Kaufman per esempio ricorda che: “il genio richiede la presenza armonica di molte qualità diverse: motivazione, immaginazione, perseveranza, opportunità, e anche fortuna”. Anna Maria Roncoroni, psicologa e coordinatore IGCP, international gifted children project, afferma: “Genio è chi produce un cambiamento nell’ambito di cui si occupa, chi è in grado di creare, di dimostrare un teorema. Nei bambini si può misurare il livello intellettivo, la rapidità di performance, la capacità di riprodurre. Noi seguiamo i ragazzi dotati – il 2% della popolazione studentesca – con attività scolastiche che tengano conto dei loro ritmi di apprendimento, diamo indicazioni ai genitori, curiamo il rapporto con i coetanei. Il caso della bimba inglese è davvero straordinario, anche se non è detto che la curva di sviluppo si mantenga costante nel tempo. È comunque difficile pensare che possa rientrare nella norma. Certo, negli adulti la situazione è più stabile”.
Insomma, una nuova Einstein? Solo il tempo ce lo potrà dire