Caffè, pronti al rincaro: da 80 cent. ad 1 euro
11 Aprile 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Il caffè da 80 centesimi costerà 1 euro a Roma. I baristi della capitale si preparano ai rincari. Una stangata che per ora era toccata solo a cappuccini, cornetti e aperitivi. Ma con i consumi in calo di questi ultimi, il caffè diventa una voce importante nel bilancio dei bar. Nazzareno Sacchi, presidente della Fipe-Confcommercio Roma, sostiene di essere dispiaciuto, ma il rincaro non si può evitare. L’idea allora è quella di far pagare “la qualità”. Ma è da notare che l’aumento non è generalizzato: ci sono posti dove un caffè, anche di alta qualità, costa ancora 80 centesimi, se non meno. L’aumento dei giornali ad 1,20 euro di qualche tempo fa doveva essere un segnale di presagio. Solitamente la storica “coppia” caffè e giornale, rimane in coppia anche nell’aumento dei prezzi. Stavolta il caffè sembra averci messo più tempo.
Insomma se prima ad incidere sui bilanci erano aperitivi e panini, il caffè poteva essere quasi “offerto” al cliente, ma ora che siamo in tempi di crisi l’economico caffè è l’unico “lusso” permesso. Motivo per cui i costi vanno adeguati, la proposta è di farlo in funzione della qualità. Sacchi ha detto: “E’ vero, il prezzo di una tazzina di caffè sta aumentando gradualmente.Purtroppo nella capitale, complice la crisi, stiamo abbandonando la linea del prezzo politico, calmierato verso il basso, inferiore rispetto alla media nazionale. Mi dispiace, ma non possiamo mantenere questa bandiera”.
La motivazione sarebbe triste, ma semplice: “Un tempo non era la tazzina di caffè che incideva sui bilanci, ma altri consumi che stanno diminuendo. Per esempio, la colazione completa: il cappuccino e cornetto, per intenderci. E lo spuntino di mezzogiorno, dal panino alla tavola calda. Anche l’aperitivo dopo lo slancio iniziale si è bloccato”.
I baristi hanno pensato di adeguare il prezzo alla qualità: “Stiamo decidendo di portare il prezzo del caffè al suo livello di qualità, non si può più mantenere un prezzo così basso, se anche nella caffetteria dobbiamo individuare una posta di bilancio attivo. Ci sarà un assestamento graduale intorno a un euro, quanto meno paragonando il prezzo già in vigore in città simili alla nostra,che arriva a un euro e 20 centesimi. Per ora, alle nostre casse, i turisti di Bologna, Milano, Messina ancora si stupiscono di fronte al conto di 80 centesimi”.