Carmela

Carmela, quindicenne suicida che ha raccontato l’orrore nel suo diario

17 Aprile 2013 - di Claudia Montanari

TARANTO – Carmela era una bambina come tante. Nel 2007 aveva 15 anni, un’adolescenza complicata anche a causa della situazione famigliare burrascosa, una 15enne che avrebbe voluto vivere la sua vita come tutte le ragazzine di 15 anni tra sogni, primi amori e amiche. E invece Carmela ha interrotto la sua vita, il 15 aprile del 2007, gettandosi dalla finestra di casa di amici.

Perché Carmela era segnata da ferite indelebili. Qualche mese prima del tragico gesto è stata “protagonista” di 5 rapporti sessuali. Di cui lei, secondo la sua accusa, non era stata consenziente.

Ma andiamo con ordine. Carmela ha avuto purtroppo una vita difficile. Scrive Giuliano Foschini su “Repubblica”: “Tutto parte da un primo tentativo di violenza, nel 2006. Sarebbe stato un marinaio: un caso senza prove, ha detto la giustizia, che ha archiviato per due volte di seguito. Fu però quell’episiodio a spingere i servizi sociali del Comune a occuparsi di Carmela, che in verità aveva già un fascicolo aperto perché la storia sua e della sua famiglia era di quelle complicate. “Ho paura del dubbio perché ho visto Boogeyman” scrive la bambina. L’ uomo nero. I servizi sociali la mandando in comunità..”

Carmela è turbata psicologicamente, ha bisogno di aiuto ma non riesce a trovarlo. Ed è da casa sua a Taranto che nel Novembre del 2006, Carmela scappa per quattro giorni. E in quei 4 giorni per lei è l’inferno. Scrive Giuliano Foschini: “Novantasei ore durante le quali Carmela viene stuprata tre volte. Prima un minorenne, che l’avrebbe poi consegnata a un 50enne che però oggi, a processo, nega tutto. Nega di averla violentata, come sostenuto invece dalla Procura. […] Carmela riesce a scappare e chiede aiuto a un suo amichetto: “Volevo restare abbracciata a lui”. Invece con la forza la costringe a letto. Scappa per strada e viene fermata da due ragazzi siciliani, di 26 e 27 anni. Sono di Acireale. Sono ambulanti. E vendono statue. È proprio sul loro camper, vicino a una Venere di gesso, che abusano contemporaneamente (abuserebbero: anche loro sono a processo, in attesa di giudizio) della ragazzina.”

96 ore di eterna paura per Carmela, che le hanno stravolto la vita. 96 ore denunciate anche nel suo diario segreto, un diario che racconta l’orrore, le paure, le incertezze di una ragazza fragile. “Ho cominciato un diario, l’ho chiamato la storia più brutta della mia vita” scrive la piccola Carmela.

Poi il salto da quella finestra, e il buio.

E adesso? Adesso il patrigno di Carmela, Alfondo Frassanito, lotta con la giustizia. Perché di tutti gli orrori denunciati dalla ragazza e dal suo diario, nessuno “ha ancora fatto un solo giorno di carcere”. Si legge su “Repubblica”: “I due minorenni hanno ammesso il rapporto sessuale, all’epoca avevano quasi 17 anni, Carmela 12. «Nessuno stupro», hanno però giurato in aula. E alla fine il tribunale ha deciso che per loro la pena giusta fosse la “messa alla prova”: in sostanza, hai sbagliato ma non sbagliare più. I tre maggiorenni, invece, hanno ancora il processo in corso: la prossima udienza è fissata il 21 giugno, l’ultima il 12 luglio. Poi la sentenza“.

Per il resto, rimangono solo delle frasi indelebili scritte sul suo diario segreto. In cui Carmela, per l’ultima volta, scrive “Mamma, papà, VVTTTTTB”.

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