ROMA – Travagliato, discusso, additato, insultato ma anche carico di speranza. Dopo più di due mesi il nuovo Governo è nato tra i malumori di chi dissente, eventi drammatici come la sparatoria di ieri a Palazzo Chigi, ma anche la speranza di molti italiani che sperano che qualcosa cambi.
Certo, per la formazione del nuovo Governo, guidato da Enrico Letta, il dialogo non è stato facile viste anche le forze politiche che, per forza di cose, hanno dovuto dialogare: Pd e Pdl. Ricordando che l’altro ampio movimento politico, il M5S, non ha voluto partecipare al Governo rifiutandosi di dialogare.
Accade così che non tutti i Ministri eletti abbiano riscosso il consenso degli italiani ma, tra questi, emergono due nomi di donne importanti che si sono guadagnate due ministeri: Cécile Kyenge Kashetu e Josefa Idem. La prima è Ministro dell’Integrazione, la seconda Ministro dello Sport e delle Pari Opportunità.
Cécile Kyenge Kashetu è uno dei nomi meno noti dell’esecutivo varato sabato 27 aprile, ma è probabilmente uno dei più emblematici. Nata nel 1964 a Kambove, nella Repubblica Democratica del Congo, ma cittadina italiana, è laureata in medicina e chirurgia, specializzata in oculistica. Sposata, con due figlie, oltre che politica del Partito democratico esercita la professione di oculista.
Il suo ingresso nella politica italiana risale al 2004, quando la neo-ministra è stata eletta in una circoscrizione del Comune di Modena per i Democratici di Sinistra.
È stata poi responsabile provinciale del Forum della Cooperazione Internazionale ed immigrazione. Nel 2009 è stata eletta consigliere provinciale a Modena per il Partito Democratico e ha fatto parte della commissione Welfare e politiche sociali. Per l’Emilia Romagna è anche responsabile delle politiche dell’immigrazione del Pd.
Eletta deputata alle ultime elezioni politiche del 25 febbraio 2013, in Emilia Romagna, è l’unica deputata di colore della XVII Legislatura della Camera.
Anche per Josefa Idem questa elezione è emblematica, in quanto con lei il nuovo esecutivo raggiunge un altro primato: per la prima volta un campione olimpico diventa ministro.
Nel mondo altri campioni a cinque cerchi erano già arrivati tanto in alto: il mito del calcio, Pelé, in Brasile, l’astista Bubka in Ucraina, l’ostacolista francese Guy Drut ed è fresca di nomina la fiorettista venezuelana Alejandra Benitez, entrata nel governo di Maduro succeduto a Chavez.
Nata a Goch nel 1964, tedesca di nascita maitaliana per amore, la Idem nel ’90 ha sposato il suo allenatore Guglielmo Guerrini, diventando cittadina italiana due anni più tardi.
Mamma di Janek e Jonas, ha chiuso con l’attività agonistica ai Giochi di Londra, la sua ottava meraviglia, in cui per un soffio ha mancato l’ennesimo podio di una carriera che definire inimitabile è riduttivo.
Da sempre impegnata anche nel sociale, tra il 2001 e il 2007 è stata assessore allo Sport del Comune di Ravenna: poi dopo il ritiro, tra le lacrime, comincia l’altra sfida della sua vita, vince le primarie in Emilia Romagna e viene eletta in Senato nelle liste del Partito Democratico.
Emblematico il titolo della sua autobiografia ‘Controcorrente’, per gli anni passati a sfidare canali e bacini di tutto il mondo, ma anche per la sua vena critica. ”Mi tremavano le mani, sento la responsabilità e mi rimboccherò le maniche al servizio del Paese” ha detto la campionessa appena nominata.
Una pasionaria nella vita e nello sport, con quell’amore per la canoa che è andata crescendo con gli anni, al punto di non sentire l’età come un peso. Tanto da arrivare a 47 anni a disputare un’Olimpiade con avversarie nate dopo che lei gareggiava la sua prima (a Los Angeles nell’84).
E a Londra, prima di dire addio alla canoa, era arrivata con cinque medaglie olimpiche e la consapevolezza di essere comunque nella storia: con quell’orgoglio di aver attraversato i Giochi più belli insieme alle epoche, di quadriennio in quadriennio, mentre il pianeta cambiava i suoi confini. Poi la medaglia ai Giochi australiani, dopo sei ore di attesa nel bacino per il troppo vento.
Complessivamente tra olimpiadi e mondiali ha vinto 6 ori, 11 argenti e 9 bronzi, per otto volte campionessa europea, ha vinto pure due coppe del mondo. Mai lo sguardo indietro, pure a quella giovinezza che ”è una cosa che non torna” diceva prima di Londra ”ma non lo cambierei con l’esperienza e la tranquillità di oggi”.
Dopo una vita di sfide adesso arriva quella per cui servirà ancora allenarsi per vincere: ”Rimango convinta che lo sport resti un importante strumento per costruire una società migliore” ha sempre detto. Un altro primato da inseguire per l’infinita Idem.
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