Chi sono le 12 donne dell'anno secondo il Time

Chi sono le 12 donne dell’anno secondo il Time

6 Marzo 2023 - di Claudia Montanari

Le 12 donne scelte da Time nel 2023 provengono da tutto il mondo e hanno avuto un impatto significativo nelle rispettive comunità e campi, dall’attivismo e dal governo allo sport e alle arti. Molte di loro hanno affrontato sfide immense che le hanno ispirate a spingere per il cambiamento.

Le 12 donne dell’anno secondo il Time, l’importanza di Anielle Franco

Anielle Franco si è dedicata alla politica dopo l’assassinio di sua sorella Marielle, consigliera comunale di Rio de Janeiro che ha condotto una campagna contro la violenza e la corruzione della polizia, nel 2018. Ora, in qualità di ministro per l’uguaglianza razziale nel nuovo governo brasiliano del presidente Lula, sta incanalando il suo risentimento in azione. “Ho perso la paura quando hanno ucciso mia sorella”, dice Franco. “Ora combatto per qualcosa di molto più grande di me.”

Masih Alinejad, tra le donne coraggiose dell’Iran

In Iran le donne protestano da mesi contro l’hijab obbligatorio – e molto altro – in una profonda minaccia al regime guidato dall’Ayatollah Khamenei.

“Le donne iraniane sono il suo più grande nemico”, afferma Masih Alinejad, la giornalista che vive con il marito e il figlio negli Usa in un rifugio segreto dell’Fbi. Vincitrice di numerosi premi, tra cui il Vertice di Ginevra 2015 per i diritti umani e la democrazia per i diritti delle donne, la rivista mette in evidenza come la giornalista denunci da tempo, a voce alta, le restrizioni imposte alle donne in Iran e definisce l’hijab obbligatorio un “muro”. La sua attività ha scatenato la rabbia del leader della Repubblica islamica Ali Khamenei, confluita in un tentativo di rapimento nel 2021, mentre l’anno scorso il Dipartimento di Giustizia Usa ha affermato che c’è una cospirazione per assassinarla.

L’Ucraina Olena  Shevchenko

In Ucraina, dove Olena Shevchenko ha passato anni a difendere i diritti delle donne e LGBTQI, la guerra in Russia ha reso i gruppi emarginati ancora più vulnerabili e il lavoro di Shevchenko ancora più urgente.

Tra le donne in Pakistan spicca Aysha Siddiqa

In Pakistan, Ayisha Siddiqa, che appare in una copertine, ha visto gli effetti devastanti del cambiamento climatico sulla sua comunità ed è stata ispirata a parlare, pronunciando un potente discorso alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di novembre in Egitto sull’urgenza della giustizia climatica.

Veronica Cruz Sanchez in Messico

In Messico, l’attivista femminista Véronica Cruz Sánchez ha a lungo aiutato le donne a superare in sicurezza le restrizioni all’aborto e ora sta rivolgendo la sua attenzione a nord, sostenendo le donne americane colpite dal ribaltamento di Roe v.

Phoebe Bridgers, tra le donne coraggiose che sostengono il diritto all’aborto

Wade la scorsa estate. Cruz non è l’unica leader nell’elenco delle donne dell’anno di quest’anno a sostenere il diritto all’aborto: la musicista indie-rock Phoebe Bridgers, che ha a lungo mescolato la sua arte con l’attivismo, si è fatta avanti l’anno scorso per condividere di aver abortito. In un’intervista, ha parlato del valore della trasparenza, un aspetto chiave del suo modo di scrivere canzoni. “Più sono onesta”, dice, “il mondo continua ad aprirsi per me”.

Makiko Ono

Makiko Ono è una manager che il 24 marzo diventerà CEO della Suntory Beverages, una delle aziende alimentari e di bevande leader a livello mondiale, con sede in Giappone. Secondo il Time, con un valore di circa 10,4 miliardi di dollari, Suntory è l’azienda di maggior valore a guida femminile in Giappone, dove meno dell’1% delle aziende quotate ha una donna come CEO. Le donne – scrive il Time – occupano solo l’8% dei posti nei consigli di amministrazione delle società pubbliche giapponesi, rispetto al 26% negli Stati Uniti e al 45% in Francia. Sebbene il Giappone vanti la terza economia più grande del mondo, si è classificato al 116esimo posto su 146 paesi nel rapporto sul divario di genere del World Economic Forum del 2022.

L’attrice Cate Blanchett e le altre donne che fanno la differenza nel mondo dell’arte

A fare la differenza anche nelle arti è l’attrice Cate Blanchett, una delle cover star di quest’anno e candidata all’Oscar 2023 (ha già due statuette in casa), che svela i modi in cui lei, come leader di Hollywood, sta lottando per il cambiamento. I ruoli di Blanchett davanti alla telecamera sono di per sé una testimonianza delle moltitudini che le donne contengono. Nei panni di Lydia Tár, l’omonima protagonista di uno dei film più celebrati dell’anno, Blanchett è sia spettacolare che riprovevole.

“Siamo coraggiosi, siamo nobili, siamo generosi, siamo collaborativi”, afferma Blanchett. “Ma siamo anche il lato oscuro di questo, perché le donne sono esseri complessi e creature imperfette.”.

Tra le donne dell’anno che appartengono al mondo dello spettacolo ci sono anche la candidata all’Oscar per Wakanda Forever Angela Bassett le cui interpretazioni hanno insegnato la complessità e la profonda umanità dell’essere una donna, l’attrice e produttorice di Abbott Elementary Quinta Brunson che regala un ritratto satirico ma amorevole sul mondo di insegnanti, bidelli, presidi e genitori che cercano di sbarcare il lunario in una scuola pubblica sottofinanziata.

La calciatrice Megan Rapinoe

Megan Rapinoe (37 anni) è una calciatrice statunitense, centrocampista offensiva dell’OL Reign e della nazionale statunitense, pallone d’oro 2019. Quest’estate giocherà la sua ultima Coppa del Mondo in Australia e Nuova Zelanda. Dichiaratamente lesbica, da anni si batte per la parità retributiva nel mondo del calcio.

La pugile professionista Ramla Ali

Ramla Ali (33 anni) è una pugile professionista e sostenitrice dei rifugiati originaria della Somalia. Scrive il “Time”: “Nel 2018 ha fondato il Sisters Club, un’organizzazione no-profit che offre boxe lezioni a donne che di solito non hanno accesso allo sport. Quelle provenienti da minoranze etniche o religiose, così come le sopravvissute ad abusi domestici. Il Sisters Club si è esteso a quattro sedi a Londra, ha aperto una filiale a Los Angeles e presto ne aggiungerà un’altra a Fort Worth”. È la prima pugile somala a competere ai Giochi Olimpici ed è attualmente ambasciatrice globale di Cartier e Christian Dior.

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