Allarme Confesercenti: crisi, tasse e disoccupazione svuotano i consumi
28 Marzo 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – “A gennaio nemmeno i saldi riescono a rianimare i consumi: calzature e abbigliamento lasciano sul campo un angosciante calo del 4,5%. Ma è notte fonda anche per gli alimentari con le famiglie che, sempre più intossicate della recessione, hanno preso ormai la strada di una forte razionalizzazione degli acquisti. Lo scenario è desolante: vanno molto male i negozi di vicinato, il cui fatturato precipita del 4,3%, ma non ne escono immuni neanche grande distribuzione e discount”. Lo sottolinea la Confesercenti.
“Questo percorso” aggiunge “spiega poi le ragioni per le quali nei primi tre mesi del 2013, secondo le nostre proiezioni basate sui dati del primo bimestre, scompariranno più di 14 mila esercizi commerciali. Se nulla cambierà, alla fine dell’anno saranno ‘cancellati’ più di 58 mila negozi. Pesante anche la perdita di posti di lavoro: per i comparti del commercio e dei pubblici esercizi (dall’alloggio alla somministrazione) si tratterebbe di un salasso nel 2013 di 190 mila posti di lavoro: un dato che collocherebbe questi settori fra i più colpiti dalla crisi occupazionale, al pari dell’edilizia”.
“E’ innegabile che nell’agenda politica dei prossimi mesi il disastro del mercato interno dovrà trovare risposta in una terapia d’urto efficace e coraggiosa. Confesercenti insiste sulla necessità di profondi tagli alla spesa pubblica e di una netta riduzione della pressione fiscale. A questo punto della crisi, una terza via non c’è”.