La crisi c’è ma non nel settore del lusso, lo dimostrano i numeri
5 Gennaio 2012 - di Claudia Montanari
Più volte è stato detto durante il corso dell’anno: il lusso non teme la crisi e in alcuni casi cresce anche. A dimostrarlo sono i numeri delle Maison che producono, e il turbinio di aperture di negozi, boutique, shop in shop, flagship store in tutto il mondo.
E ora che il 2011 è finito, le manifestazioni di settore stanno per aprire i battenti in un calendario già fitto di appuntamenti. È così che nei primi nove mesi del 2011, secondo uno studio diffuso da Pambianco, i grandi nomi della moda continuano a crescere a dispetto della stagnazione che si fa sentire in particolare in area euro.
Analizzando i numeri delle realtà top del settore, il documento evidenzia come la crescita complessiva di fatturato si aggiri intorno all’11% e, a sorpresa, i gruppi italiani ottengono risultati migliori rispetto ai gruppi stranieri. Per le maison del made in Italy, infatti, l’Ebitda è cresciuto dal 17,6% al 19%; all’estero, invece, si è assisto a un lieve calo: dal 16,3% al 14,9%.
– Dodici, in particolare, le aziende analizzate , il cui fatturato complessivo è arrivato a superare i 14 miliardi di euro, pari a un incremento dell’11,1%. La migliore performance è quella messa a segno da Bottega Veneta che guadagna il 31,7%, mentre Ferragamo, che ha scelto proprio il 2011 per debuttare, con successo, a Piazza Affari, la crescita nei primi nove mesi dell’anno è stata del 27,6%. Prada, altra matricola ma a Hong Kong, è cresciuta del 25%.
Per quanto riguarda invece l’Ebitda (mancano, precisa Pambianco, i numeri di Gucci e Bottega Veneta), è aumentata di circa mezzo punto arrivando al 19%. I migliori Ebitda sul fatturato sono stati quelli di Prada con il 28,1% e un utile cresciuto del 75% (237,2 mln), Tod’s con il 27,5% e Luxottica con il 19,3%.
Nel documento vengono presi in considerazione anche alcuni gruppi esteri del lusso, il cui fatturato è cresciuto dell’11,3%, passando da 65,6 a 73 mld di euro. A mettere a segno i migliori risultati sono Pvh, ovvero Calvin Klein e Tommy Hilfiger con il 34,6% (utile di 112,2 mln di dollari a settembre 2011), Fossil con il 30,6% e Tiffany +23,8% e 89,7 mln di utile. L’Ebitda (riferito a 11 aziende) è invece diminuito di un punto e mezzo.