Culle sempre più vuote in Italia: nel 2013 nati 62mila bambini in meno
1 Ottobre 2014 - di Silvia_Di_Pasquale
ROMA – Culle sempre più vuote in Italia: nel 2013 nati 62mila bambini in meno. La crisi economica scoraggia i più giovani, non invogliandoli a diventare genitori. Lo scorso anno nel nostro Paese si è registrata una riduzione delle nascite del 3,7% rispetto all’anno precedente, con un calo del tasso di natalità da 9 a 8,5 nati per mille abitanti. Questi i dati forniti dalla ricerca del Censis “Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia“, diffusi dall’Adnkronos.
Per l’83% degli italiani la crisi rende più difficile la scelta di avere un figlio. La percentuale supera il 90% tra i giovani fino a 34 anni, quelli che subiscono maggiormente l’impatto della crisi e allo stesso tempo sono maggiormente coinvolte nella decisione della procreazione.
Il 61% dei nostri connazionali è convinto che dietro questa mancata voglia di procreazione da parte degli under 30, ci sia anche l’incapacità da parte dello Stato di realizzare delle politiche pubbliche a sostegno della famiglia come sgravi fiscali, aiuti economici, potenziare gli asili nido, sostegno ai costi per il sostentamento dei figli a scuola (servizi di mensa o di trasporto).
“Il fatto che il 2013 è l’anno in cui si sono fatti meno figli in Italia, compresi gli anni delle guerre, nonostante nel tempo sia aumentata la popolazione e il numero di immigrati, e nonostante i progressi medici e l’allungamento dell’aspettativa di vita, dovrebbe farci riflettere sugli effetti profondi che il perdurante stato di crisi sta producendo sul vissuto reale dell’Italia di oggi e del futuro”, afferma Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa, organizzazione non-profit che ha lo scopo di promuovere, sostenere e contribuire allo sviluppo della ricerca scientifica.