India: vietati i jeans ai dipendenti pubblici
10 Maggio 2012 - di Claudia Montanari
NEW DELHI – I dipendenti pubblici di un ufficio dello Stato indiano nord occidentale dell’Haryana, in India, non potranno più indossare jeans o indumenti occidentali al lavoro perché ”indecenti”. E’ quanto ha stabilito il Dipartimento per i diritti della Donna e del Bambino con un’ordinanza che ha creato un vespaio di polemiche a livello nazionale.
La scioccante circolare, di cui offre ampia notizia oggi The Hindu in prima pagina, è stata emanata dal direttore del Dipartimento a tutto il personale. Si chiede ai dipendenti di ”indossare abiti decenti in ufficio come sari o salwar/kamize (tunica e larghi pantaloni) con dupatta (scialle) per le donne e un completo di pantaloni e camicia per gli uomini”.
Poi prosegue: ”Si è notato che alcuni funzionari vengono in ufficio in jeans, t-shirt o abiti occidentali che in qualche caso appaiono non solo stravaganti, ma violano anche il regolamento governativo”.
Il divieto ha aperto un dibattito sul significato di ”decenza” dell’abbigliamento da indossare sul posto di lavoro e sui codici di condotta nella pubblica amministrazione.
In effetti, nella maggioranza degli uffici pubblici indiani vige l’obbligo di vestire con gli abiti tradizionali indiani, in particolare il sari, un lungo lembo di stoffa senza cuciture che si avvolge intorno al corpo. Ma di recente, di pari passo con l’arrivo di nuovi modelli di vita occidentali, si sta diffondendo uno stile ”casual” soprattutto tra i giovani.