Donne per la prima volta nei Marines dopo 234 anni
10 Luglio 2012 - di Claudia Montanari
QUANTICO, STATI UNITI – È dal giorno in cui è stato fondato, ovvero 234 anni fa, che il corso per allievi ufficiale di fanteria del Corpo dei Marines è stato di esclusivo dominio maschile. Questo perché è considerato dagli stessi istruttori come il più massacrante di tutti. Ma quest’anno, dopo più di due secoli, da settembre sarà per la prima volta aperto anche alle donne, che ancora una volta potranno così dimostrare la loro forza e che anche loro possono farcela.
La performance delle candidate nel corso dei marine sarà attentamente esaminata nell’ambito di uno studio per valutare la possibilità di consentire alle soldatesse di accedere a più ampi e duri ruoli di combattimento. Ma da quanto scrive il New York Times, le fatiche descritte nel film di Ridley Scott in cui una determinata Demi Moore nei panni del Soldato Jane partecipa ad un durissimo corso dei Navy Seal, sembrano quasi ‘una passeggiata nel bosco’, rispetto alla realtà.
Precisando che agli stessi militari non è consentito parlare del corso, un giornalista del Nyt ha potuto seguirne la settimana scorsa una fase, il ‘Combat Endurance Test’; forse anche perché lui stesso vi ha partecipato nel 1988, quando al primo giorno uno dei suoi compagni, considerato tra i più in forma, ebbe un infarto e morì.
Il Corpo dei Marine non si aspetta un gran numero di volontarie, anche se alcune già si sono fatte avanti. Le donne sono circa il sei per cento del totale dei marine, ma la natura, e la fama del corso, che dura 86 giorni, è un grande deterrente, e non solo per le donne. Durante le fasi operative, agli allievi non è consentito aiutare i compagni. Prima regola? È proibito parlare, tranne che agli ufficiali superiori. “Solo chi è ferito può parlare”, come precisano gli ispettori, aggiungendo però: “legittimamente ferito”, ovvero, ad esempio, “con un osso che esce dalla gamba”. Insomma, graffi e unghie rotte non sono contemplate.
Durante tutto il corso gli studenti devono portare sempre con sé tutte le loro armi e equipaggiamento, che diventano per loro sempre più pesanti. “Siamo un Corpo che si muove soprattutto a piedi”, sottolinea il colonnello Scott Cuomo, direttore del corso, aggiungendo che e’ necessario che i marine siano capaci di portare il loro equipaggiamento in battaglia e siano in grado di usarlo e allo stesso tempo gli ufficiali siano in grado di prendere decisioni che in un combattimento portino alla vittoria.
Tra le poche cose del corso che al giornale è stato consentito di riferire, c’è ad esempio che gli allievi vengono allenati anche in piscina con tutto lo zaino e le armi al seguito. O che vengono lasciati davanti ad una montagna di parti di armi smontate, americane e non, che devono rimontare e rendere perfettamente funzionanti in un lasso tempo massimo di cui non sono a conoscenza.
Di più non è consentito rivelare sul corso. Ma sono i dati che alla fine parlano chiaro: dei 96 allievi che sono sottoposti al ‘Combat Endurance Test’, 76 lo hanno superato, 7 si sono ritirati, 7 sono rimasti feriti e 6 hanno fallito. E mancano ancora altri 80 giorni alla fine del corso.