Elezioni in Germania: Angela Merkel trionfa ed entra nella storia
24 Settembre 2013 - di Mari
BERLINO – “La donna che li governa tutti” era il titolo di una copertina dell’Economist dedicata ad Angela Merkel qualche tempo fa. E il dominio della cancelliera resta incontrastato, rinnovato per altri quattro anni.
Il voto tedesco di domenica 22 settembre ha decretato il trionfo di frau Merkel, la “mutti”, mammina, secondo i suoi affezionati.
Il suo partito, l’Unione cristiano-democratica (Cdu) insieme all‘Unione cristiano-sociale della Baviera ha guadagnato oltre il 40%, attestandosi al 41,5%, il risultato migliore degli ultimi 20 anni.
Così la prima donna cancelliera della Bundesrepublik è stata confermata per il terzo mandato, entrando nella ristretta galleria dei grandi cristiano-democratici che vantano lo stesso primato: Konrad Adenauer e Helmut Kohl. Per la Cdu è il miglior risultato dall‘Unificazione tedesca nel 1990.
La cancelliera è anche la sola fra i capi di stato e di governo in Europa ad essere rimasta al proprio posto dopo la crisi dell’euro: tutti gli altri, in Spagna, Francia, Gran Bretagna e Italia, sono stati sconfitti. La sua politica durante la crisi dell’euro, appoggiata dalla stragrande maggioranza dei tedeschi, viene considerata la chiave principale del suo successo elettorale.
A fronte del trionfo Cdu-Csu, disastro invece degli alleati liberali Fdp, alleati preferiti dalla Merkel, che non sono riusciti a superare la soglia di sbarramento del 5%, uscendo quindi per la prima volta dal 1949 dal Bundestag.
Adesso frau Merkel, “Angie”, dovrà decidere con chi allearsi per formare una nuova Grosse Koalition. Ci sono già stati contatti con i socialdemocratici della Spd guidata da Peer Steinbueck. La cancelliera ha detto di avere già avuto “un primo contatto” con il leader Sigmar Gabriel, che ha manifestato disponibilità al dialogo, pregandola però di pazientare almeno fino al congresso della Spd in programma per il 27. Comunque, ha sottolineato Gabriel, “non esiste nessun automatismo in direzione di una grande coalizione”. Come dire, non si illuda che basti alzare un dito che diciamo subito sì a una proposta di matrimonio. “Non tocca a noi fare in modo di trovare una maggioranza , ma a Frau Merkel”, ha aggiunto.
La Spd è poco entusiasta all’idea di un nuova coalizione con la Cdu-Csu, e un’ala interna molto consistente è del tutto contraria. Ha già fatto una volta l’esperienza, nel 2005-2009, quando Peer Steinbrueck era ministro delle Finanze, e allora la Merkel si prese tutti gli allori e la Spd una bastonata al voto nel 2009, incassando il peggior risultato nella storia del partito (23%).
Se dunque questa volta sarà costretta, per ragion di Stato, a dire per una seconda volta sì alla Merkel, glielo farà sospirare e anche pagare molto caro in termini di trattative di governo, chiedendo più ministri e più concessioni sul fronte sociale. Se ‘costretta’ dalle circostanze ad allearsi con la Cdu-Csu, la Spd potrebbe essere tentata di usare la ‘minaccia’ di un ribaltone a metà legislatura con una maggioranza alternativa rosso-rosso-verde, che ha già i numeri in parlamento.
Persi i suoi alleati preferiti, i liberali, Merkel dovrà ora sondare tutte le possibilità di alleanze alternative, bussando a destra e a manca dai partiti dell’opposizione, ma anche facendo attenzione a non pestare troppo i piedi alla ‘gemella’ Csu, che reduce dal grande successo alle regionali in Baviera (dove al voto il 15 ha riconquistato la maggioranza assoluta), vorrà di sicuro far sentire la sua voce.
Il leader Csu e governatore della Baviera, Horst Seehofer ha già fatto sapere di preferire una grande coalizione coi socialdemocratici e di non gradire in alcun caso una coalizione con i Verdi: per questa coalizione “non esiste alcuna disponibilità”, ha detto.
Con i Verdi in effetti le distanze sui contenuti sembrano maggiori, soprattutto in tema di tasse, ma sarebbero più facili da gestire. La Cdu-Csu si presenta come il partito anti tasse, mentre i Verdi nel loro programma elettorale hanno addirittura superato la Spd nella richiesta di aumentare l’aliquota massima per i più abbienti (al 49%). Sull’ambiente, dna dei Verdi, la cancelliera invece li ha già fagocitati da tempo quando, dopo il disastro di Fukushima, ha annunciato la chiusura di tutte le centrali nucleari. Inoltre, secondo gli osservatori, i Verdi hanno una gran voglia di tornare al potere e sarebbero più disposti al compromesso dei socialdemocratici.
Fra Spd e Verdi insomma, la cancelliera ha due opzioni di scelta, e un maggioranza schiacciante di seggi in parlamento capace di indurre con le buone o le cattive qualsiasi partner ad allearsi. Ma le trattative sono appena iniziate.
(Foto Lapresse)