Emma Thompson: “In Italia per le donne tutto più difficile”. L’attrice britannica ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair Italia in cui ha commentato i fatti di cronaca relativi allo stupro di gruppo a Palermo e quello di Caivano, che hanno scosso l’opinione pubblica italiana nelle scorse settimane. Da parte sua Thompson, che ha una casa a Venezia, esprime il suo punto di vista di straniera residente nella Penisola. Queste le sue parole:
“Bisognerebbe parlarne con una ragazza che vive in Italia. Penso che in qualsiasi società come quella italiana, spagnola o portoghese, dove il machismo è un fattore culturale importante, per le donne sia tutto più difficile. Avete la sindrome della donna santa o puttana, come in tutti i Paesi cattolici, ma in realtà anche nel mio. Qualsiasi donna sessualmente libera è marchiata come una sgualdrina, mentre un uomo sessualmente libero è forte. È una cosa totalmente ingiusta, una vera schifezza. Quindi sì, se questo è il contesto, avete un problema con le donne”.
Cosa dovrebbero fare gli uomini per migliorare la situazione? “Sostenere, discutere. Bisogna lavorare tutti insieme. E poi l’educazione: come tiriamo su i figli maschi? È importante fargli capire che certe strutture mentali non funzionano, le donne non si trattano così, e poi controllare che cosa guardano nei loro telefoni, come sono trattate le donne nella pornografia e in ogni ambito della vita. Chiedere loro: perché siamo così vulnerabili? Cosa possiamo fare insieme? Gli uomini devono partecipare al dibattito. Ma devono anche parlare tra di loro, perché molti di loro si sentono colpevoli. E può essere deprimente anche per loro”.
“Palermo sta lavorando per garantire alla giovane vittima dello stupro sicurezza, solidarietà e la vicinanza che non è mancata, in questa fase, nei suoi confronti. Mi rivolgo a lei con l’affetto e la vicinanza del sindaco ma soprattutto del padre di famiglia”. Lo ha detto il sindaco Roberto Lagalla, alla trasmissione Start di Skytg24, confermando che “la città è pronta ad accoglierla, sempre”.
La vittima di violenza si trova in una comunità fuori da Palermo. “Più in generale – ha osservato Lagalla – credo si debba fare chiarezza sul fatto che la famiglia è un’agenzia educativa primaria che, insieme alla scuola, forma la coscienza e la consapevolezza sociale. Il tema è in primo luogo educativo e, dunque, la regressione che riguarda gli ambienti familiari in condizioni di disagio diviene un argomento importante. Le amministrazioni comunali – ha aggiunto il sindaco di Palermo – possono contribuire al processo educativo con il controllo del territorio, la regolazione della ‘malamovida’ e anche con interventi di natura sociale che devono fare i conti con le limitazioni della finanza locale e della complessità delle normative in gioco”.
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