Facebook e identità di genere: da ora anche agender, bigender…
4 Luglio 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Non più solo “uomo-donna”. Novità per quanto riguarda Facebook, che sta introducendo la possibilità, nei propri profili, di scegliere l’identità di genere con cui presentarsi ai propri contatti con una ampia lista di possibilità: ben 58.
Non più dunque solo “uomo – donna” dunque ma agender, bigender, trans, interessusale e molto altro, incluso “femminiello”.
Maria Novella De Luca scrive su Repubblica:
“Come già avvenuto negli Stati Uniti, e sotto la stretta supervisione dell’Arcigay, anche nei profili italiani si potrà definire la propria identità di genere in ben 58 modi diversi. Con la particolarità che tra i tanti anglismi per definire le infinite sfumature del proprio essere, tra le categorie di casa nostra spunta l’antico e dialettale termine “femminiello”. Napoletanissima definizione di maschi che amavano ed amano vestirsi da donne, variazione del mondo gay, icone di certi quartieri popolari raccontati da Viviani e Patroni Griffi, cantati oggi da Peppe Barra. “Femminielli” che il due febbraio di ogni anno si incontrano con tamburi e tammorre alla processione della “Madonna Schiavona” al santuario di Montevergine, in un rito secolare e sempre uguale a se stesso. Sacro e profano, la terra e il cielo, la Madonna e la dea Cibele”
L’Arcigay accoglie con entusiasmo queste novità di Facebook. Flavio Romani, presidente Arcigay, ha spiegato:
“È un’innovazione importante che permette a tante persone che non si riconoscevano nell’aut aut del maschile e del femminile di sentirsi incluse nel più grande social network mondiale. L’iniziativa ci dà l’occasione di riportare la questione dell’identità di genere nell’ambito delle scelte individuali ed autodeterminate, sgretolando quel binarismo uomo/donna che in molti casi è un vero e proprio muro che esclude chi, rispetto alla propria identità, non si adegua a quel modello. Non solo: scorrere una lista che comprende termini come cisgender o transgender vuol dire fare cultura, iniettare conoscenza in un ambito nel quale l’Italia fa ancora fatica ad aprire un dibattito serio”
Laura Bononcini, Responsabile Relazioni Istituzionali di Facebook Italia ha detto:
“Il lancio anche in Italia delle opzioni di genere personalizzate è un passo importante per consentire a tutte le persone che usano Facebook e non si identificano né con un uomo, né con una donna e che in questo modo possono esprimere la propria identità. La collaborazione con Arcigay è stata estremamente importante perché ci ha consentito di identificare le categorie più rilevanti per gli italiani”
Si legge su Repubblica:
“Più o meno dalla mezzanotte di oggi, infatti, nell’area in cui si indica il proprio sesso, e dove oggi campeggiano “maschio” o “femmina”, si aprirà anche la voce “personalizzata”. E lì ci si potrà appunto riconoscere in ben 58 definizioni diverse, ed indicare anche se si vuole essere contattati con il pronome maschile o femminile… Ma di certo la scelta che spiazza più di tutte è proprio “femminiello”: non solo per la sua connotazione locale, ma anche perché in bilico tra lingua e dialetto potrebbe diventare tra le maglie della Rete un nuovo insulto omofobico. Un boomerang insomma, invece che una rivoluzione culturale. Un rischio che comunque sia Facebook Italia sia l’Arcigay sembrano aver messo in conto. Spiega Vincenzo Branà, portavoce del movimento: «In ogni Paese la lista delle definizioni è stata personalizzata, e i “femminielli” sono una tradizione italiana. Siamo di fronte ad una parola antica, non ad un termine dispregiativo che potrebbe tradursi in un insulto»