Fecondazione assistita: “Preoccupante calo delle nascite”
27 Luglio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Preoccupante calo delle nascite di bambini con fecondazione assistita nonostante sia aumentato il numero di donne che ha ricorso a questa tecnica. Secondo il risultato della Relazione sullo stato di attuazione della legge 40, è la prima volta dall’entrata in vigore della legge che diminuisce il numero dei bambini nati con la tecnica della fecondazione assistita: sono 11933 nel 2011, erano 12506 l’anno precedente, in costante aumento dal 2005. In particolare il calo si è registrato per le tecniche “a fresco” di secondo e terzo livello, quelle in cui non vengono utilizzati gameti e/o embrioni già congelati per la conservazione.
Scrive Margherita De Bac sul Corriere della Sera:
“È aumentata ancora l’età media delle aspiranti mamme che, condizionate da diagnosi di sterilità, hanno fatto ricorso alle tecniche che dovrebbero agevolare la procreazione. Dai 36,3 anni del 2010 al 36,5 del 2011. Dopo i 35 le percentuali di successo calano drasticamente per ridursi a percentuali molto basse verso i 40. Anche questo fattore avrà probabilmente determinato l’abbassamento delle nascite. In compenso sono calati i parti trigemini (meno 1,4%), effetto positivo, segno di una maggiore attenzione degli specialisti prudenti. Ed è da considerare un effetto delle sentenze di tribunali e Corte di Cassazione, intervenute sulle regole approvate nel 2004, il nuovo aumento di embrioni congelati. Conseguenza del fatto che è sfumato il limite di non crearne più di tre per volta. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nell’introduzione insiste sull’importanza della prevenzione dell’infertilità che «assieme a una diagnosi adeguata e l’informazione corretta alle coppie, a partire dai giovani, oltre allo sviluppo della ricerca scientifica costituiscono un vantaggio per la salute femminile»”.
Eugenia Roccella (Pdl) ha dichiarato: “La sentenza della Corte che era stata salutata come una correzione che avrebbe portato ad una maggiore efficacia delle tecniche, sembra aver sortito il risultato opposto: il ricorso massiccio alla crioconservazione embrionale e la riduzione di quella ovocitaria indicano cambiamenti nelle procedure seguite dai centri di procreazione assistita rispetto a quelli degli anni precedenti”.