Fmi: “Donne che lavorano sono troppo poche e poco retribuite”
27 Settembre 2013 - di Mari
NEW YORK – Le donne che lavorano sono troppo poche, e guadagnano meno degli uomini: l’allerta arriva dal Fondo Monetario Internazionale, guarda caso proprio quando al vertice dell’istituzione c’è una donna, la ex ministra francese Christine Lagarde.
L’Fmi nota anche come siano pochissime quelle che occupano molte posizioni di comando, solo il 4% degli amministratori delegati delle società dello S&P 500. E lancia un suggerimento: un numero maggior di donne al lavoro aiuterebbe la ripresa economica, accelerandola: il prodotto interno lordo americano salirebbe del 5%, quello giapponese del 9% e quello degli Emirati Arabi Uniti del 12%.
”Il numero di donne nella forza lavoro resta al di sotto di quello degli uomini: le politiche fiscali e di spesa dei governi, così come le regole del mercato del lavoro, possono essere riformate per spingere l’occupazione femminile” perché ”l’aumento della partecipazione femminile sul mercato del lavoro si tradurrebbe in benefici per tutti”, ha detto il direttore generale Lagarde, sottolineando che le differenze fra i ”tassi di partecipazione maschile e femminile sono diminuiti ma restano elevati in molte aree”.
Così come è elevato il gap dal punto di vista dei salari, che nei paesi dell’Ocse è del 16% e questo anche perché ”le donne trascorrano ogni giorno 2,5 ore in più degli uomini in lavori non retribuiti”. Differenze ”significative” sono sperimentate anche nelle ore di lavoro retribuite e nella partecipazione al mercato del lavoro part time.
Le donne ”contribuiscono in modo sostanziale al welfare economico tramite lavoro non retribuito, prosegue lo studio del Fmi, come l’allevamento di bambini e i compiti casalinghi, che spesso non sono visti e non sono considerati nel pil. La capacità delle donne di partecipare al mercato del lavoro è limitata dall’elevato tempo speso in lavori non retribuiti: in media le donne spendono il doppio del tempo degli uomini in lavori domestici e quattro volte il tempo degli uomini nella cura dei bambini”. Ostacoli questi che minano la posizione delle donne nel ruoli di comando.
Poche donne nelle posizioni di leadership: nel periodo 2008-2012 gli amministratori delegati donne delle società dello S&P 500 erano il 4%, mentre nei 27 Paesi dell’Ue solo il 25% dei proprietari d’azienda è donna e nel 2012 solo il 20% dei posti nei parlamenti del mondo era occupato da donne.
(Nella foto LaPresse Christine Lagarde, direttore generale dell’Fmi)