GB, donne soldato al fronte? "Rischiamo di perdere la guerra"

GB, donne soldato al fronte? “Rischiamo di perdere la guerra”

23 Dicembre 2015 - di Claudia Montanari

LONDRA – GB, donne soldato al fronte? “Rischiamo di perdere la guerra”. David Cameron vuole le donne soldato a combattere al fronte. Il premier britannico ha rivolto un appello al ministro della Difesa, Michael Fallon, perché si acceleri il più possibile l’iter per rompere una delle ultime “barriere” per quanto riguarda le forze armate inglesi. Nel 2014, dopotutto, un rapporto dell’esercito aveva stabilito che e’ possibile arruolare donne in reparti di prima linea, perché “non nuoce alla coesione delle truppe”. Una vera rivoluzione per l’esercito britannico che arriva appena dopo quella degli Stati Uniti e dell’Australia. È del 2013 la notizia secondo cui le prime 3 donne dell’esercito USA avevano superato con successo il terribile addestramento e sarebbero partite per il fronte.

In questi mesi la Gran Bretagna ha lavorato molto sotto questo aspetto. Il premier Cameron ha spiegato:

«Abbiamo già eliminato un certo numero di barriere nelle forze armate con l’arruolamento delle donne come equipaggi per i sottomarini e l ‘accesso ai gradi più alti delle forze armate finiremo il lavoro l’anno prossimo aprendo l ‘accesso ai ruoli in combattimento».

Tuttavia, è immediatamente scattata la polemica. C’è infatti chi non è d’accordo con questa decisione. Primo fra tutti il colonnello Richard Kemp che, come si legge sul Daily Mail, sostiene che le donne potrebbero indebolire il “warrior ethos”, “l’istinto killer” e compromettere così la missione. Non solo. Anche Sir John West, Barone di Spithead, ex ammiraglio della marina militare, ha affermato che le donne al fronte potrebbero rappresentare il rischio di non vincere la guerra. Per dimostrare la sua tesi ha ricordato qualche dettaglio da veterano a partire dalla scalata delle trincee fino ai conflitti a fuoco ravvicinati.

In sostanza, Lord West non mette in dubbio la competenza ingegneristica delle donne, piuttosto la loro prestanza fisica:

«Sono bravissime con i sistemi informatici, hanno più concentrazione degli uomini. Voglio forze in grado di vincere. Altrimenti, perché non aprire alle donne anche la nazionale inglese di rugby?».

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