ROMA – Chiariamo, l’obesità non è mai buona cosa. Ma bisogna per onor di cronaca “dare a Cesare quel che è di Cesare” e, a dispetto di tutto, sembrerebbe che proprio “nella ciccia” si nasconderebbe il “gene del buonumore”.
Secondo uno studio fatto da alcuni ricercatori canadesi infatti, sarebbe proprio il gene con il peso maggiore sulla predisposizione all’obesita, il FTO, a ridurre il rischio individuale di depressione.
Il team di esperti della McMaster University di Hamilton, analizzando il Dna di decine di migliaia di persone, ha delineato per la prima volta in maniera convincente un legame genetico con la depressione.
Secondo quanto riferito sulla rivista Molecular Psychiatry, avere la mutazione “pro-obesita” sul gene FTO riduce dell’8% il rischio di soffrire di depressione: “non è molto” -sottolinea il coordinatore della ricerca David Meyre- “ma il coinvolgimento di FTO svela una nuova base molecolare del disturbo depressivo”.
In recenti studi su gemelli e fratelli è emerso che i geni, quindi l’eredità familiare, pesano per il 40% nella genesi della depressione; ciò nonostante finora nessuno studio ha portato a conclusioni certe su presunti “geni della depressione”, una malattia multifattoriale e difficilmente riconducibile a un’unica causa genetica.
Resta da capire in che modo FTO protegge dal male di vivere, un’informazione che potrebbe essere sfruttata per mettere a punto nuove strategie di intervento contro questa malattia.
Insomma, non tutto il grasso… vien per nuocere.
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