Armani: “Integratori mi causarono grave epatite”
25 Maggio 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – In controtendenza come piace a lui, e non solo in passerella. A dispetto della crisi economica mondiale di questi ultimi anni, Giorgio Armani ha chiuso il 2011 con 1.804,1 milioni di euro di ricavi consolidati (erano 1.587,6 nel 2010 e 1.517,6 nel 2009), ovvero il +13,6% rispetto al 2010.
Le otto linee disegnate dallo stilista, dunque, hanno affrontato con prontezza e positività il momento di grande crisi, grazie anche agli ottimi risultati ottenuti nel mercato asiatico ma soprattutto in Cina, dove nell’ultimo anno le vendite sono volate del +45% rispetto al 2010.
In fondo, Giorgio Armani, colui che ha rivoluzionato completamente l’armadio della donna rivisitando sulla donna l’abbigliamento maschile più classico, è uno dei pochissimi stilisti che detiene il 100% della sua compagnia, confermandosi Presidente e Amministratore Unico del Gruppo Armani e unico azionista della Giorgio Armani S.p.A.
E, proprio colui che ha rivoluzionato ed influenzato un vasto periodo di storia e della moda, ha appena rilasciato un’intervista al The Wall Street Journal, in cui ha confessato che nel 2009 tutto quanto si sarebbe potuto arrestare.
Nel 2009 lo stilista venne ricoverato dieci giorni in ospedale per un serio caso di epatite. E oggi svela di essersi ammalato a causa di alcune bevande che assumeva prima di esercitarsi in palestra.
Tutti i giorni, in quel periodo, Armani prendeva dei normali, banalissimi, integratori alimentari utili per i momenti di stanchezza acuti durante gli esercizi in palestra. Tutti i giorni, fino a che il suo medico non gli ha ordinato di smettere. «Il mio dottore mi disse “Liberati di tutta quella m***a che stai bevendo”», scrive il Wall Street Journal.
Armani non ha voluto rivelare con esattezza le sostanza che assumeva, il Journal ha voluto ipotizzare alcuni possibili motivi per cui lo stilista prendeva gli integratori: ” È come se la casa di moda Armani voleva costruire nella società un riflesso di se stesso, e tutto l’assetto doveva risultare tonico, abbronzato, insomma perfetto. E Armani voleva assicurare lunga vita ad entrambi.
Armani, 78 anni a luglio, è la persona più importante della sua casa di moda ed è difficile immaginarne un futuro senza di lui. Molte indiscrezioni di recente sono circolate su chi prenderà il suo posto quando si ritirerà. Lo stilista ha spesso considerato l’idea di scendere in borsa o vendere quote della sua azienda al colosso del mercato del lusso LVMH, ma nella realtà non lo ha mai fatto. Sul WSJ ha confessato di vedere il futuro della sua azienda nelle mani dei nipoti Andrea Camerana e Silvana e Roberta Armani, ma ha anche ammesso di chiedersi spesso, la notte quando va a dormire e pensa a tutto ciò che ha compiuto nella sua vita, se davvero abbia fatto bene a rifiutare di unirsi ai grandi gruppi della moda o a declinare altre offerte di partnership.
«È difficile giudicare la capacità dei miei nipoti», ha spiegato. «Sono 15 anni che porto con me questa questione della successione. La domanda è sempre la stessa e così la risposta: finché ci sono, il capo sono io».
Dal canto suo, la nipote Silvana Armani ha aggiunto: «Non ci sarà mai un nuovo, singolo, genio, o un nuovo Armani. Piuttosto immagino una serie di piccoli Armani. Non possiamo parlare della successione con lui, sarebbe come dire: “Tra un po’ non ci sarai più”. È terribile. Parlarne sarebbe terribile».
E, in fondo, chi può darle torto? Non capita tutti i giorni di avere come zio un uomo che ha rivoluzionato la moda femminile della donna in carriera degli anni ’80 e che ha introdotto l’alta moda sul red carpet.