Giorgio Napilitano: “Ho chiesto riforme, dove sono?”
9 Agosto 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Sarà il caldo torrido, sarà i continui “si e no” che vengono dalla Camera, sarà che forse è stanco anche lui. Fatto sta che Giorgio Napolitano, dopo aver quasi stancamente firmato la spending review sbotta e manda a dire a governo e Parlamento che lui aveva richiesto le riforme ma allo stato attuale non ne vede l’ombra; che ok che l’urgenza e lo stato della crisi richiedono decisioni rapide ma si deve dare un freno al ricorso a decreti e voti di fiducia.
Insomma, il messaggio è chiaro: finora avete fatto quello che volevate, come volevate e dandovi spesso battaglia l’un l’altro su tutto; adesso basta. Tentate di tornare nei ranghi e di fare qualcosa di utile, riforme strutturali che cambino il Paese dalla base e gli possano assicurare un futuro migliore, al di là dei governi che si succederanno.
Poi il capitolo su decreti e fiducie: “In quanto al frequente ricorso alla decretazione d’urgenza e alla posizione di questioni di fiducia, si tratta – come è noto – di una prassi di antica data, su cui il Presidente Napolitano ha espresso le sue preoccupazioni, tendendo a porvi freno, fin dall’inizio e in tutto il corso del suo mandato. Peraltro, è innegabile che nel corso dell’ultimo anno il governo precedente e quello attuale hanno dovuto affrontare emergenze e urgenze senza precedenti, insorte in sede europea”. Questa sembra essere una risposta alle critiche di Antonio Di Pietro che martedì evidenziava le troppe fiducie chieste e ottenute dal governo Monti.
Poi dopo le polemiche sull’intervista di Monti rilasciata a Der Spiegel sul ruolo del Parlamento ed Esecutivo, il presidente cerca di trovare una sintesi: «C’è materia per riflessioni critiche e per impegni concreti da parte sia di chi governa sia delle forze politiche, per assicurare tanto un pieno rispetto, e un libero svolgimento, del ruolo del Parlamento, quanto il tempestivo ed efficace assolvimento dei compiti propri dell’Esecutivo», prosegue la nota.