Gucci sostiene il diritto all'aborto: aiuterà chi dovrà spostarsi se diventerà illegale
Gucci prende posizione sull’aborto dopo la fuga di notizie secondo cui la Corte Suprema si preparerebbe a cancellare dopo quasi 50 anni la storica sentenza “Roe contro Wade”. La maison del gruppo Kering è “fermamente convinta che l’accesso alla salute riproduttiva sia un diritto umano fondamentale”. Per questo “rimborserà le spese di viaggio a tutte le dipendenti negli Stati Uniti che avessero bisogno di accedere a servizi sanitari non disponibili nello stato di residenza”.
Attraverso la fondazione Chime for Change, Gucci continuerà poi a sostenere organizzazioni partner che “facilitano l’accesso alla salute riproduttiva e proteggono i diritti umani, specialmente per le persone piu’ vulnerabili”, si legge nel comunicato della casa di moda. Gucci ha lanciato Chime for Change con l’aiuto di Salma Hayek e Beyoncé nel 2013 allo scopo di “ispirare la partecipazione in una comunità collettiva e unire i popoli attraverso i confini e le generazioni nella battaglia per la parità di genere”.
In meno di un decennio la fondazione ha raccolto oltre 19 milioni di dollari per progetti a sostegno di donne, ragazze e bambine in 89 Paesi del mondo.
Se, come viene ipotizzato dopo la pubblicazione della bozza a firma del giudice Samuel Alito, la prossima estate la Corte dovesse fare marcia indietro su “Roe contro Wade”, la decisione se proibire o restringere l’aborto tornerebbe ai singoli stati.
Secondo un’analisi del think tank pro-choice Guttmacher Institute, in almeno 26 dei 50 stati Usa l’aborto potrebbe diventare illegale: per abortire le donne potrebbero esser costrette a viaggiare alla ricerca di centri dove interrompere la gravidanza.
Con l’ultimo annuncio Gucci si unisce a un crescente numero di marchi che hanno preso posizione sui rischi a cui stanno andando incontro i diritti riproduttivi delle donne. La scorsa settimana si è fatta avanti la Levi’s con una iniziativa analoga grazie alla quale i dipendenti potranno essere rimborsati delle spese di viaggio per spese sanitarie “comprese quelle legate alla salute riproduttiva e all’aborto”.
Non è la prima volta che Gucci si schiera su posizioni pro-choice. Nel maggio 2019, presentando a Roma la sua collezione cruise, Alessandro Michele aveva mandato in passerella numerosi capi con messaggi allusivi all’aborto e ai diritti delle donne. Tra questi un abito da sera con un utero ricamato in posizione strategica e una giacca con il logo “My Body, My Choice” sulla schiena.
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