LVMH battaglia legale

Hermes e LVHM: è guerra (legale) a colpi di denunce

5 Settembre 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – Attenzione pubblico perché quando a “discutere” sono due colossi del lusso la questione può farsi davvero delicata e non c’è borsetta (griffata) che tenga. Secondo il quotidiano “Il Sole 24 ore” infatti sembra che LVMH, il colosso del lusso guidato da Bernard Arnault, abbia risposto il 4 settembre alla causa che gli è stata intentata da Hermes per “insider trading e manipolazione dei mercati borsistici” annunciando a sua volta un’azione legale contro la maison del Faubourg St Honoré per “ricatto, denuncia calunniatoria e concorrenza illecita”.

Una vera e propria guerra, insomma, a colpi di raccomandate con ricevute di ritorno.

In una nota LVMH afferma: “LVMH riconferma con forza che le condizioni della sua entrata nel capitale di Hermes sono state perfettamente regolari” e definisce “gravi e destituite da ogni fondamento” le accuse mosse da Hermès, di cui da fine maggio 2012 detiene il 22,28% delle azioni.

Secondo LVMH, con l’azione legale che ha intentato Hermès “cerca di sostituirsi” all’Autorità francese dei Mercati Finanziari (AMF), che ha avviato per questo un’inchiesta sugli acquisti di azioni Hermès da parte di LVMH, avvenuti per mezzo di equity swap, e sulle informazioni finanziarie e di mercato riguardanti i titoli di LVMH e Hermès dal 5 novembre 2010. LVMH aggiunge “di attendere i risultati della procedura in corso in assoluta tranquillità”.

Ma come è iniziato tutto questo? Insomma, si sa, anche le liti e le cause tra vicini di casa nascono per qualche motivo di fondo che, spesso, è dato dall’orgoglio. E infatti, sembra che il tutto sia nato perché il tentativo di scalata di LVMH pigliatutto verso Hermès non sia stato accettato dagli eredi del fondatore, che l’hanno giudicato un vero e proprio “attacco”, mentre il numero uno di LVMH, Bernard Arnault, l’ha definita “friendly” (“amichevole”, ndr.)

LVMH entrò nel capitale della società transalpina nell’ottobre del 2010, inizialmente con una quota pari al 17%, salita poi al 21,4% nonostante i tentativi di ostacolare l’operazione attuati dalla famiglia Hermès.

Friendly?