In arrivo “Celerine” donne: Polizia, Reparto Mobile verso la svolta
29 Dicembre 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Momento di svolta per il Reparto Mobile della Polizia di Stato: è previsto l’ arrivo di 500 “celerini” donne addestrate a Nettuno. A riportare la notizia è il Messaggero, secondo cui ad accelerare la richiesta di personale femminile nel Reparto Mobile della Polizia di Stato è stata la richiesta di un commissario un commissario di Catania di essere assegnata all’ordine pubblico in strada. Secondo quanto riporta il Messaggero, dunque, ai 15 mila uomini impegnati nei 15 reparti speciali verranno aggiunte anche 500 donne. L’accordo sarebbe stato preso dopo una riunione tra i sindacati degli agenti e i tecnici del ministero dell’Interno. Cristiana Mangani scrive sul Messaggero: “La questione si dibatte dai tempi in cui ai vertici c’era Antonio Manganelli. A quell’epoca le resistenze di alcuni funzionari fecero abbandonare il progetto. Ma ora sembra non si possa può più rinviare, anche perché a rendere nuovamente attuale il problema è stato il caso di un commissario di Catania che ha chiesto di essere assegnata al Reparto mobile. La sua domanda non è stata accolta, ma il rischio di eventuali ricorsi al Tar sembra aver dato un’accelerata al rinnovamento. Non esiste, infatti, alcuna legge che vieta l’accesso alle donne per simili servizi. Da anni sulle Volanti la presenza femminile è una costante. E a detta di chi è abituato ad affrontare la strada, avere una donna a bordo vuol dire anche riuscire a ridurre il tasso di aggressività durante gli interventi. La Questura, poi, impiega da tempo molte funzionarie negli stadi, anche se sono addette soltanto a quello che è chiamato “il filtraggio”, ovvero i casi in cui servano perquisizioni a donne. L’ultimo vero baluardo restava quindi il Reparto mobile. E ora anche qui “le quote rosa” verranno rispettate”.
Ma perché le donne dovrebbero preferire il Reparto Mobile, decisamente più rischioso e faticoso rispetto ad altre sezioni? Si legge sul Messaggero: “La risposta sta nel fatto che si tratta di un’attività retribuita molto meglio. Ma anche perché la Celere è ormai composta da molti poliziotti un po’ più avanti con l’età e la presenza femminile potrebbe servire a “ringiovanire” il corpo. Insomma, le esigenze sono doppie: risparmio per la polizia e soddisfazione per chi ambisce a trovarsi alle prese con l’ordine pubblico e le calamità, con gli scontri e le violenze. «Si tratta di una novità positiva che salutiamo con favore – dichiara Massimo Montebove, portavoce nazionale del Sap – La polizia di Stato è storicamente all’avanguardia nella battaglia per i diritti e per la parità di genere, le donne sono insostituibili in molti casi. Il loro arrivo nei Reparti mobili è solo una logica conseguenza»”.
Ma perché le donne dovrebbero preferire il Reparto Mobile, decisamente più rischioso e faticoso rispetto ad altre sezioni? Si legge sul Messaggero: “La risposta sta nel fatto che si tratta di un’attività retribuita molto meglio. Ma anche perché la Celere è ormai composta da molti poliziotti un po’ più avanti con l’età e la presenza femminile potrebbe servire a “ringiovanire” il corpo. Insomma, le esigenze sono doppie: risparmio per la polizia e soddisfazione per chi ambisce a trovarsi alle prese con l’ordine pubblico e le calamità, con gli scontri e le violenze. «Si tratta di una novità positiva che salutiamo con favore – dichiara Massimo Montebove, portavoce nazionale del Sap – La polizia di Stato è storicamente all’avanguardia nella battaglia per i diritti e per la parità di genere, le donne sono insostituibili in molti casi. Il loro arrivo nei Reparti mobili è solo una logica conseguenza»”.