È incinta, le prescrivono calmante e abortisce: aperta inchiesta
2 Maggio 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Una donna incinta al settimo mese di gravidanza assume un calmante prescritto da una dottore della guardia medica e abortisce.
È una drammatica vicenda quella che ci viene riportata da Il Messaggero. Una donna di 34 anni giunta quasi al termine della sua terza gravidanza ha avuto un aborto improvviso dopo aver assunto un calmante prescritto da un dottore della guardia medica. Ora la donna chiede giustizia e pretende di sapere se la vicenda sia stata solo una tragica fatalità o un errore medico. Si legge su Il Messaggero:
“Per questo motivo si è immediatamente rivolta a un avvocato e ha presentato in Procura un dettagliato esposto, ripercorrendo le tappe della vicenda. Saranno i magistrati di piazzale Clodio a stabilire se, per il decesso del feto, siano ravvisabili eventuali responsabilità sanitarie. Il procuratore aggiunto Leonardo Frisani e il pm Mario Ardigò hanno aperto un fascicolo d’indagine, attualmente contro ignoti, contestando il reato di aborto colposo. Gli inquirenti hanno già sequestrato la cartella clinica della ragazza e disposto l’esame autoptico sul feto. Gli accertamenti sono stati affidati a due consulenti medico legali: i professori Francesco Testi, specialista in ginecologia ed ostetricia presso l’università di Tor Vergata, e Marco Massimilla, docente all’Istituto di medicina legale dello stesso ateneo. Gli esperti sono stati incaricati di stabilire le cause dell’aborto e, soprattutto, se siano individuabili condotte colpose dal punto di vista sanitario. Se così fosse, i periti dovranno indicare le posizioni professionali implicate e gli eventuali errori commessi”
La vicenda:
I fatti risalgono al 24 aprile scorso. Scrive il Messaggero:
“La donna manifesta un insolito gonfiore alle gambe e alle braccia e una forte ipertensione arteriosa: sintomi che potrebbero fare pensare ad una possibile gestosi, una grave patologia clinica che può comparire durante la seconda metà di una gravidanza. La donna, quindi, in preda a forti dolori, contatta la guardia medica. Il dottore di turno interviene d’urgenza ma, invece di sollecitare l’immediato ricovero al pronto soccorso, prescrive alla paziente un semplice calmante. Dopo l’assunzione del medicinale, però, le condizioni della donna si aggravano: la giovane mamma ha una forte perdita ematica e di liquidi. A quel punto, il medico viene nuovamente allertato e decide di mandare la donna in ospedale. Ricoverata al policlinico Casilino, la ragazza viene sottoposta a un cesareo d’urgenza e i sanitari tentano in ogni modo di salvare la piccola vita che scalcia dentro di lei. Ma intervengono troppo tardi: non possono fare altro che constatare il decesso del feto”