India. Lui la molesta, lei si ribella: lo trascina per i capelli alla polizia
23 Marzo 2015 - di Claudia Montanari
MUMBAI (INDIA) – Molestata per strada si ribella: porta aggressore alla polizia… per i capelli. Un’altra triste vicenda di molestie verso le donne ci arriva dall’India ma, per una volta, la storia ha avuto un “lieto fine”. Pradnya Mandhare a soli 20 anni ha dimostrato un coraggio da leoni ed è riuscita in quello che molte donne in India non riescono: denunciare il proprio aggressore. La ragazza stava tornando a casa dopo le lezioni in un quartiere periferico di Mumbai. Mentre aspettava il treno un uomo visibilmente ubriaco le si è avvicinato e ha tentato di molestarla . Benché la zona era molto affollata nessuno si è degnato di aiutarla. Dopo i primi attimi di paura Pradnya ha reagito: ha cominciato a colpire l’uomo con lo zainetto, difendendosi con forza. Quando l’uomo l’ha mollata Pradnya però non è scappata: ha deciso di prendere per i capelli l’uomo e trascinarlo fino alla stazione di Polizia più vicina. La notizia è importante perché in India spesso le donne sono oggetto di molestie anche in pieno giorno e di fronte a decine di persone che sistematicamente non prestano mai soccorso.
La ragazza ha raccontato:
«Quando quest’uomo ha provato a toccarmi, ho tentato di scansarmi. Lui mi ha afferrato per un braccio. Mi sono come immobilizzata per qualche secondo, poi però ho iniziato ha colpirlo. […] Visto che l’uomo puzzava ed era sporco, non volevo toccarlo. Per questo l’ho preso per i capelli. Anche se non è stato facile perché lui voleva scappare e io avevo paura che mi aggredisse».
La ragazza ha spiegato che intorno a lei c’erano decine di persone
«Se ne stavano lì in piedi a guardarmi, ma nessuno mi ha dato una mano».
Il gesto di Pradnya è un vero segnale in India. L’uomo che l’ha aggredita è stato arrestato e ora è in attesa del processo. E la ragazza lancia un appello:
«Nessuno dovrebbe avere paura di denunciare i propri aggressori. Le donne non devono restare in silenzio. Molte pensano che andare alla polizia in questi casi sia un disonore. Io penso invece che sia necessario alzare la voce per dare a questa gente una lezione».