India, femminicidio: ragazza di 12 anni stuprata e bruciata viva
3 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari
CALCUTTA – Una bambina di 12 anni stuprata e bruciata viva. È l’ennesimo drammatico caso di femminicidio in India che ha sconvolto di nuovo il paese.
Una ragazzina di 12 anni è morta dopo alcuni giorni di agonia in ospedale dopo essere stata bruciata viva.
Secondo quanto riportato dai media locali, la ragazza aveva denunciato un gruppo di persone che ad ottobre l’aveva stuprata per due volte. Successivamente era stata minacciata per farle ritirare la denuncia, cosa che la ragazza non ha fatto.
La vittima è morta tre giorni fa per le gravissime ustioni riportate. La giovane, secondo i media locali, era incinta al momento del decesso, non si sa se il concepimento sia avvenuto a causa dei due stupri subiti.
La polizia ha accusato due dei suoi aguzzini di aver bruciato viva la vittima.
Un nuovo caso di violenza contro le donne che ha scosso l’India e ha sollevato la rabbia della popolazione, con migliaia di persone che si sono riversate in piazza per chiedere al governo di fare qualcosa per questa drammatica situazione.
LA VICENDA – La ragazza era stata violentata una prima volta da un branco di uomini il 25 ottobre nei pressi di Calcutta. Il giorno dopo aveva subito una nuova violenza da parte dello stesso gruppo di sei giovani che l’hanno “punita” per aver denunciato il fatto alla polizia.
BRUCIATA VIVA – Il 22 Dicembre l’adolescente è stata ricoverata per estese ustioni su tutto il corpo per un misterioso rogo avvenuto nella sua abitazione che era stato scambiato inizialmente per un tentato suicidio. Ma prima di morire la poveretta aveva denunciato i suoi aggressori accusandoli di aver cosparso di benzina i suoi vestiti e di aver appiccato il fuoco. Il 26 dicembre la polizia ha arrestato due uomini per omicidio sulla base di una denuncia presentata dal padre.
Dopo la sua morte, avvenuta il 31 dicembre, il padre, un tassista appartenente al sindacato comunista, ha chiesto il permesso di organizzare un corteo funebre pubblico, ma le autorità glielo hanno impedito e questo ha scatenato una rivolta di diversi esponenti politici. La polizia avrebbe tentato di portare il cadavere della ragazza al crematorio contro la volontà dei genitori.