India, verginità in vendita. La storia delle piccole “devadasi”
9 Aprile 2013 - di Mari
DELHI – Verginità in vendita in India. Succede nello Stato del Karnataka, come racconta il Wall Street Journal. Succede nei templi delle devadasi, le serve delle divinità Hindu. Quando le ragazzine raggiungono la pubertà scatta l’asta. Tutto secondo cerimoniale: intorno agli undici anni, all’apparire della prima mestruazione, c’è il rito della purificazione. Segna il passaggio alla vita adulta. Alla vita adulta delle donne, che in India è tutto meno che facile.
E’ successo così a Bheemakka. Cognome sconosciuto, visto che sconosciuto è il padre. A marzo è stata sottoposta al rito della purificazione, o “prima maturità”, come lo chiamano a Koppal. Ma nessuno ha comprato la sua verginità.
Sia la madre sia la nonna di Bheemakka sono devadasi. Sono state consacrate al culto della divinità hindu Yellamma da bambine e sono state vendute appena raggiunta la pubertà. Da allora, da quando avevano dieci anni, sono state usate dagli uomini del villaggio come oggetti sessuali.
Bheemakka per sé non vuole lo stesso destino. E’ stata contenta di avere su di sé tutte le attenzioni per undici giorni (tanto dura la cerimonia). Ma basta così. Non vuole essere una devadasi: “La società le guarda dall’alto in basso. Vengono viste come prostitute”.
In Karnataka, del resto, questa usanza sarebbe fuori legge dal 1982, anche se viene tutt’ora largamente praticata. A differenza del passato, oggi le donne consacrate al culto delle divinità non sono ricche e colte, ma povere e illetterate, appartenenti alla casta più bassa, quella degli “intoccabili”.
Ci sarebbero anche dei programmi governativi di riabilitazione per le ex devadasis: lo Stato offre 400 rupie al mese (circa 5 euro) e una “pensione”. Tutte le organizzazioni non governative che lavorano nella zona sottolineano, però, come sia impossibile vivere con quella cifra. Così le donne di fatto sono “costrette” a continuare a fare quello che facevano prima. Lavorare nei campi e concedersi a chi le vuole.
L’unica speranza per Bheemakka è offerta dalla scuola locale, nata grazie ad una Ong. Questa scuola insegna alle figlie delle devadasi non solo a leggere e scrivere, ma anche a conoscere i propri diritti. Bheemakka vuole studiare. Vuole cambiare la propria situazione. “I sogni delle nostre madre erano molto modesti”.
Bheemakka cita Bhimrao Ramji Ambedkar, intoccabile anche lui, che però riuscì a riscattarsi, arrivando ad essere il padre della Costituzione indiana. La strada fu lunga e dura, come per tutti i Dalit che vogliono cambiare il destino scritto dal sistema delle caste. Ma è anche grazie a lui, alla sua immagine esposta nelle aule della scuola per figlie di dvadasi, se le bambine come Bheemakka possono sognare qualcosa di più.