Integratori sessuali: funzionano tutti davvero?
3 Aprile 2012 - di Claudia Montanari
ROMA – Leggi la composizione di questi integratori e trovi pochi nomi ma roboanti: Muira Puama, Ginseng, Maca, Damina, Tribulus Terrestre, Eleuterococco, Ginko, Cinnamomun Zeylanicus, Taurina, Cola Acuminata, Yoimbina. Persino una punta di Capsicum Annuum, vallo a capire che in realtà si tratta di volgare peperoncino. Ma anche rimedi fantastici da alchimista medievale, come la polvere del corno di rinoceronte, testicoli di tigre o pinna di pescecane. L’offerta allettante arriva di solito per email: prodotti miracolosi per riaccendere il desiderio sessuale, infiammano le donne annoiate dalla trista vita coniugale, promettono un aumento delle dimensioni del pene. Chi non sognerebbe davanti a un prodotto che promette una “rigidità marmorea”? Gli annunci-fotocopia dicono più o meno tutti così: “La donna è insoddisfatta delle tue prestazioni? Noi possiamo aiutarti: 3 cm. il primo mese, 4 il terzo, 7 cm. il sesto”. E altri: “7 cm. in 7 giorni”, con “circonferenza extra-large, rigidità marmorea e tanto appetito sessuale”.
Il problema, spiega a Repubblica l’urologo Aldo Franco De Rose, è che questi prodotti vengono spacciati come farmaci e venduti in rete, dove i controlli non sono una garanzia. Le promesse degli annunci, poi, sarebbero altamente sproporzionate rispetto ai reali benefici che si possono ottenere. Scrive Repubblica: “Alcune di queste erbe determinano un aumento modesto della vasodilatazione periferica generalizzata per una riduzione del tono adrenergico, oppure una azione stimolante a livello cerebrale, con il pericolo però di possibili effetti collaterali come ipotensione, emicrania, insonnia, vertigini , soprattutto quando l’assunzione supera i 2-3 mesi. In pratica le piante non sono in grado di assicurare una erezione sufficiente per un rapporto sessuale”. Insomma, nessun effetto Viagra e, oltre al danno, anche la beffa di concludere la serata con un sonoro mal di testa.