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Invidia tra donne: cosa fare e come comportarsi

24 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari

Brutta cosa l’invidia. Siete amiche da sempre, avete condiviso gioie e dolori, primi innamoramenti e preoccupazioni familiari; poi improvvisamente qualcosa cambia. Siete in procinto di sposarvi e la vostra più cara amica, invece di esservi vicino con affetto,inizia ad allontanarsi, o magari a criticare ogni vostra piccola scelta; oppure siete voi che, improvvisamente, non sopportate più la sua vicinanza e trovate ridicolo il modo in cui gioisce per i suoi successi professionali … Il rapporto cambia, la spontaneità poco alla volta si dilegua e si fa vanti un sentimento subdolo, difficile da decifrare e da gestire: l’invidia.

Questo sentimento, che ha meritato addirittura la seconda cornice del Purgatorio nella Divina Commedia di Dante Alighieri, viene descritto dalla psicologia moderna come  un meccanismo di difesa che generalmente mettiamo in atto quando ci sentiamo inferiori rispetto a qualcuno o a qualcosa.  Tutti nella vita, prima o poi, abbiamo avuto a che fare con l’invidia, ma quando questo sentimento entra nelle relazioni di amicizia  le cose si complicano e meritano un approfondimento maggiore, affinché quest’emozione negativa ma umana non acquisti dimensioni allarmanti.

Purtroppo, l’invidia è innanzitutto donna; l’aggressività che si sviluppa tra donne infatti è diversa da quella che si instaura fra uomini. Le donne competono quasi esclusivamente fra loro ed è probabilmente quest’eterna lotta che ha generato questo sentimento prevalentemente femminile. Tutto ciò naturalmente ha origini antichissime; se consideriamo che, per migliaia di anni, nelle società patriarcali erano le donne ad essere scelte dall’uomo e la più “fortunata” si aggiudicava il migliore del gruppo, è facile intuire come si sia sviluppato questo fastidioso sentimento. Oggi, almeno apparentemente, le cose sono cambiate; tuttavia, nei rapporti di amicizia fra donne, continua spesso a far capolino l’invidia,che finisce quasi sempre per rovinarci le giornate e per distruggere complicità e fiducia.

Cosa fare dunque quando l’invidia si insinua fra noi e una nostra amica? Prima di capire come è meglio comportarsi quando si è vittime o “portatrici” di invidia, è bene chiarirsi su quali sono i  classici sintomi dell’invidiosa doc, anche per evitare di attribuire a normali screzi fra amiche un valore eccessivo.

–          Per l’invidiosa la gioia altrui è fonte di sofferenza e rabbia. Se la vostra amica reagisce con sdegno davanti ad un vostro successo professionale o si allontana inspiegabilmente non appena viene a conoscenza delle vostre imminenti nozze,non c’è dubbio: è invidiosa. Ovviamente lo stesso vale anche per voi; se improvvisamente i riscontri sociali ottenuti dalla vostra amica diventano per voi motivo di rabbia o di incredulità, forse è bene che vi fermiate un attimo a riflettere, prima di rovinare con frecciatine o comportamenti bizzarri un rapporto a cui, almeno un tempo, tenevate.

–          L’invidiosa dissimula i propri sentimenti e ha sempre una scusa pronta. L’invidiosa non sa o non ammette  quasi mai di esserlo, perché ovviamente dichiararlo significa confessare la propria “inferiorità”. Di conseguenza l’amica invidiosa ha sempre una scusa più o meno plausibile per giustificare la sua improvvisa freddezza o il suo comportamento scorretto e naturalmente anche in questo caso lo stesso vale per voi. Se improvvisamente trovate naturale sottolineare i difetti della vostra amica – difetti che magari prima vi facevano simpatia-, è probabile che state incominciando a diventare invidiosa di lei.

Una volta stabiliti i sintomi tipici che accompagnano l’invidia, viene la parte più difficile: come gestirla e tentare di arginarla? Naturalmente molto dipende dal contesto in cui questo sentimento nasce, dal grado di amicizia e dalla condizione personale in cui si trovano le parti in causa; è possibile tuttavia, attenendosi a delle semplici regole, contenere almeno le dannose conseguenze che l’invidia, sia subita che agita, tende prima o poi a generare.

–          Prendersi una “pausa” a volte ristabilisce gli equilibri. Molto spesso l’invidia nasce e cresce all’interno di quelle amicizie particolarmente strette, in cui si viene a creare una dinamica di tipo simbiotica; ecco che, in queste situazioni, è sufficiente che una delle due realizzi un maggior successo in qualcosa, che l’altra inizierà a domandarsi cosa ha in meno e quindi a sviluppare un’ostilità nei confronti dell’amica. Soprattutto in questi casi dunque, ma è una regola applicabile a qualsiasi tipo di rapporto, un po’ di sana distanza spesso risolve le ostilità e aiuta a riequilibrare la percezione che si ha dell’altro.

–          Non cadere nella trappola dell’”occhio per occhio”. Se a uno sgarbo si risponde con una scorrettezza, è evidente che si finirà, prima o poi, per litigare furiosamente, farsele di tutti i colori e rompere ogni rapporto; proprio per questo bisogna evitare di cedere alle provocazioni dell’amica invidiosa, così come è importante evitare di stuzzicare platealmente un’amica che non ci va più a genio. L’educazione è un principio a cui non bisognerebbe mai sottrarsi, perché è quello che ci permetterà sempre di andare in giro  a testa alta.

–          Chiarire, ironizzando. Confessare con un sorriso ad un’amica che siamo un po’ invidiose del suo bellissimo e ricchissimo fidanzato ci renderà, ai suoi occhi e ai nostri, delle donne forti e “vincenti”, perché nulla è più disarmante della sincerità. La stessa cosa naturalmente vale anche al contrario; se riuscirete, con una battuta, a far intendere alla vostra amica che avete capito che invidia il vostro successo professionale ma che la cosa non vi turba più di tanto perché in fondo si tratta di un sentimento “umano”, avrete probabilmente rafforzato la vostra amicizia ed evitato di perdere tempo in discussioni odiose.

In conclusione, non si  può non sottolineare quanto l’invidia sia sempre e solo un sentimento dannoso, soprattutto perché impedisce la crescita e l’evoluzione personale. Alla luce di ciò, faremmo bene noi donne, almeno su questo punto, ad ispirarci al comportamento degli uomini, in grado quasi sempre di “fare squadra” fra loro e di superare, con una certa leggerezza, quelle piccole incomprensioni che invece noi tendiamo ad ingigantire. Si parla tanto di pari opportunità e di solidarietà femminile, quasi come se qualcuno dall’alto dovesse elargirceli; e se cominciassimo noi, partendo dal nostro quotidiano, a fare squadra e a prenderceli sul serio questi diritti?