Iran, uccide uomo mentre tentava di stuprarla: donna condannata a morte
1 Aprile 2014 - di Claudia Montanari
IRAN – Rayhaneh Jabbari è stata condannata all’impiccagione per aver ucciso, per legittima difesa, l’uomo che stava cercando di stuprarla. La Commissione delle Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana chiede a tutti gli organismi internazionali e alle organizzazione in difesa dei diritti umani di intraprendere un’azione urgente perché venga revocata la condanna a morte.
Un’altra drammatica vicenda di violenza sulle donne ci arriva dall’Iran. Rayhaneh Jabbari, 26 anni, arredatrice di interni, si trova in carcere dal 2007 quando, a soli 19 anni, si è trovata costretta ad utilizzare un’arma bianca per difendersi da un agente dell’intelligence che stava tentando di stuprarla. Il verdetto per l’esecuzione è stato confermato dalla Corte Suprema e adesso la giovane donna è in carcere in attesa dell’esecuzione tramite impiccagione.
LA VICENDA –
Rayhaneh, arredatrice di interni, si trovava in un bar a parlare al telefono del suo lavoro e Morteza Abdolali Sarbandi, l’agente dell’Intelligence che ha poi tentato di abusare di lei, ha casualmente sentito la conversazione. Morteza si è avvicinato alla ragazza con la scusa di un “consiglio professionale” in merito al rinnovo del suo ufficio e, secondo quanto si legge sul sito di petizioni Avaaz.org, i due si sarebbero dati un appuntamento nell’ufficio dell’uomo per discutere del progetto di ristrutturazione.
Ma il giorno dell’incontro la donna si accorse subito che qualcosa non andava. Il luogo non era un posto di lavoro ma una casa fatiscente. L’uomo sequestrò la donna in casa chiudendo a chiave la porta e tentò di abusare di lei. Iniziò una colluttazione e, per cercare di difendersi, la donna pugnalò alle spalle Morteza e riuscì a fuggire. Morteza morì per una emorragia.
La donna è stata arrestata e, come si legge sul sito ncr-iran.com, “gli aguzzini del regime teocratico hanno inflitto a Rayhaneh torture selvagge per strapparle una confessione”.
DONNE COSTRETTE A SUBIRE –
Sarvenaz Chitsaz, Presidente della commissione delle donne, ha dichiarato che le ragazze e le giovani donne iraniane, che subiscono una discriminazione istituzionalizzata ed una duplice repressione, non sono al sicuro dagli attacchi dei brutali mullah e degli agenti dell’intelligence del regime. La conferma della condanna a morte di questa giovane donna serve ad intensificare l’atmosfera di terrore nella società ed in particolare a terrorizzare le ragazze e le donne che non intendono soccombere a questi atti brutali e alla repressione di questo regime disumano e misogino in ogni modo possibile.
La Commissione delle Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana chiede a tutti gli organismi internazionali e alle organizzazione in difesa dei diritti umani, in particolare all’Inviato Speciale sulle esecuzioni e all’Inviato Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, nonché a tutti gli organismi che difendono i diritti delle donne, di intraprendere un’azione urgente perché venga revocata la condanna a morte per Rayhaneh Jabbari.