Isis, manuale dell’orrore su come trattare donne schiave: violenze, botte…
15 Dicembre 2014 - di Claudia Montanari
ROMA – Un manuale, un “libretto guida” raccapricciante su come trattare le donne una volta ridotte in schiavitù. Si chiama Questions and Answers on Female Slaves and their Freedom (domande e risposte sulle donne schiave e la loro libertà) ed è un manuale prodotto dal “Dipartimento Ricerca e Fatwa dello Stato Islamico (Isis)” realizzato per rispondere alle perplessità di molti musulmani in merito alle donne rese schiave.
Un aberrante manuale che, tra le altre cose, spiega che “È permesso avere un rapporto con una schiava anche se non ha raggiunto la pubertà a patto che sia adatta al rapporto. Se non è adatta si potrà trarne piacere, ma senza penetrazione”.
In sostanza, è possibile violentare una schiava bambina. Questo non rappresenta un peccato ma un atto in linea con i dettami del volere di Allah.
Gian Micalessin scrive su il Giornale: “«Le donne infedeli catturare e trasformate in beni dell’Islam – spiega il testo – ci sono concesse dopo che l’imam le ha distribuite tra di noi». Detto questo il manualetto diventa una sorta di «tutto quel che avreste voluto sapere, ma non avete mai osato chiedere sul sesso con le schiave». Anche perché la sola autentica maniacale fissazione degli epigoni del Califfato sembra la legittimazione delle proprie perversioni. Perversioni scrupolosamente certificate grazie alle citazione di versetti del Profeta che le trasformano in perversioni doc, in linea con le raccomandazioni del Corano. Il dubbio principale, ovvero se sia lecito o meno far sesso con una schiava, viene spazzato via grazie al versetto 23:5-6 del Corano. Un versetto che definisce assolutamente lecito e onorevole far sesso non solo con le mogli, ma anche con le donne catturate. Da lì in poi il manualetto diventa un autentico viaggio nelle «Mille e una notte» dell’orrore. Un orrore tanto meticolosamente codificato quanto disgustosamente ripugnante perché rivolto a giustificare le aberrazioni dei musulmani del Califfato. Chi ad esempio si domanda se sia possibile far sesso con una schiava immediatamente dopo averla catturata o comprata può metter da parte dubbi e incertezze. «Se è una vergine il padrone può avere un rapporto con lei subito dopo averne preso possesso. Se non lo è il suo utero dovrà prima venir purificato»”
Punizioni e violenze, istruzioni per l’uso: “«Picchiare una schiava per ragioni disciplinari è assolutamente permesso» recita il manualetto citando come uniche eccezioni la frattura delle ossa, i colpi al viso o le bastonate inflitte dal padrone come forma di gratificazione personale o di tortura. Insomma la donna schiava è una sorta di animale a cui può venir fatto quasi tutto se si comporta bene, e a cui può esser inflitta una punizione durissima ed esemplare, morte e torture comprese, nel caso tenti di tentata fuga. «La fuga di una schiava o di uno schiavo è tra il più grave dei peccati… e deve venir represso in modo tale da fungere da deterrente per gli altri». Al pari di un animale o di una proprietà materiale una donna schiava è anche scambiabile, vendibile o trasferibile. Dal punto di vista dei servizi sessuali, evidentemente i più ricercati, una schiava ereditata comporta però qualche spiacevole limitazione. «Le donne schiave – spiegano gli imperturbabili esperti dell’Isis – vanno distribuite alla stregua di una proprietà personale. Ma possono fornire solo servizi, e non rapporti sessuali, se il padre o uno dei figli ha già usufruito di loro. O se vengono ereditate in comproprietà»”.