Jarmila Kratochvilova, il suo record compie 30 anni tra segreti, gossip e accuse
3 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari
ROMA – Tempo così breve… che non te lo scordi più, per tutta la vita. Ti rimane addosso, così come tutti i gossip, le cattiverie, le malignità. Intanto però Jarmila Kratochivilova quel record mondiale del Luglio del 1983 a Monaco di Baviera, in cui fece il miglior tempo negli 800 mt con un minuto cinquantatrè virgola ventotto secondi, se lo porta dietro e a luglio del 2013 compirà 30 anni.
Tante se ne sono dette sul suo record e su di lei. Tante sono passate sotto i suoi occhi di giornali, magazine e media. Perchè dal luglio del 1983 Jarmila non ha più pace. Ma in pace ci si è messa da sola, scegliendo di chiudersi nel suo villaggio di 5000 abitanti e vivere serena la sua vita.
Perché, diciamocelo, in fondo il suo record non è stato facile. Di lei è stato detto che era un uomo, di lei è stato detto che era drogata. Di steroidi, precisò all’epoca “Sport Illustrated”.
Jarmila, che tra meno di un mese compie 62 anni, è uscita allo scoperto pochi giorni fa, in occasione dei festeggiamenti del centenario della Iaaf a Barcellona e il suo look trasandato rimarca, ancora una volta, quanto a lei non importi un granché di quello che viene detto in giro.
Forse lo sa, Jarmila, che tutto il mondo è paese tanto che non è certo l’unica ad essere stata “accusata” di essere uomo (e quindi nullo il suo record). L’atleta Caster Semenya, per esempio, sa bene cosa vuol essere al centro di una controversia relativa al suo reale genere.
Eppure Jarmila, all’epoca, i test li ha passati tutti ma niente è valso per far tacere le voci. Ha passato quelli antidoping, e anche quello dei cromosomi che ha dovuto fare per essere ammessa alle gare femminili. Il fatto che, a livello mentale, non deve essere certo facile dover combattere con chi giornalmente mette in discussione il tuo sesso. Così, forse, passato un limite impari a convivere con ciò che viene detto su di te facendo finta di nulla.
E ha fatto bene, Jarmila, a presentarsi al centenario con pantaloni troppo larghi, giacca troppo a righe e capelli alla “casalinga disperata” che si è dimenticata di mettere in piega. I muscoli di un tempo, certo, non ci sono più, ma il corpo sgonfiato troppo femminile ancora non è.
Perché lei è fiera del suo record che, volente e nolente, difende con le unghie e ancora nessuna è riuscita a portarle via.