Jihad sessuale: tunisine in Siria per soddisfare i ribelli, tornano incinte
23 Settembre 2013 - di Matthew Di Loreto
TUNISI (TUNISIA) – Si chiama jihad sessuale ed è la nuova frontiera dell’integralismo islamico. È una pratica che ha portato decine di donne tunisine a partire per la Siria per soddisfare i bisogni sessuali di gruppi di 20, 30 o addirittura 100 jihadisti. Le donne rientrate in patria adesso portano con se i frutti di quell’esperienza e sono rimaste incinte.
Lofti ben Jeddou, il ministro degli interni tunisino, ha denunciato la pratica durante una seduta parlamentare tenutasi la settimana scorsa. “Dopo le loro esperienze in nome della ‘jihad al nikah’ – guerra santa sessuale – molte donne sono tornate a casa incinte,” ha affermato il ministro tunisino.
Non si sa il numero preciso delle donne tunisine ad essere rimaste incinta in Siria. Quel che si sa è che almeno 13 donne tunisine sono state convinte a passare dei giorni con dei jihadisti siriani ad aprile 2013. I diplomatici del paese nordafricano hanno definito la pratica vera e propria ‘prostituzione’ e dall’inizio del 2013 ad almeno 6,000 donne è stato vietato di andare in Siria.
La jihad sessuale è una pratica che si è diffusa da qualche mese nel paese governato da Bashar al Assad. Alcuni gruppi sunniti – si dice legati ad Al Qaeda – considerano la pratica della jihad sessuale una forma legittima di guerra santa. Le donne e i guerrieri firmano una sorta di contratto matrimoniale della durata di un paio di ore per permette ai ribelli di avere relazioni sessuali. Questa pratica, ripetuta più volte durante il giorno, significa che una donna si sposi più di una volta durante il giorno.
“Per via della jihad, molte donne sono costrette ad andare in Siria. Tredici donne sono state spedite nel paese per via della jihad sessuale. Come si definisce tutto questo? Prostituzione. È corruzione morale,” ha detto una delle più alte cariche religiose della Tunisia.