ROMA – “Basta spendere soldi per cercare di curare il cancro. È il miglior modo per morire!”. La frase pronunciata da Richard Smith, ex direttore del British Medical Journal, ha fatto il giro del mondo e ha alzato non poche polemiche. Secondo Smith sarebbe sbagliato cercare di curare il cancro, perché proprio il cancro “è il miglior modo per morire”. La frase, riportata dall’Huffington Post, ha fatto molto discutere. Si legge sull’Huffington Post:
“Il dottor Richard Smith, per 13 anni direttore del giornale e oggi gestore della app “Patients Know Best“, ammette che potrebbe essere una visione romantica la sua, ma il cancro dà alle persone la possibilità di salutare i propri cari, cosa che viene negata a chi muore in condizioni diverse. Smith sostiene che i Paesi stanno sprecando soldi cercando di trovare un rimedio contro il cancro, perché curare la gente da questa malattia non toglie che si possa morire di cose peggiori, come la demenza”.
Tramite la App dedicata alla malattia “Patients Know Best”, Smith informa e comunica con i malati. E proprio su quella App, spiega Smith, molti pazienti gli dicono che preferirebbero una morte veloce e improvvisa, ma che pensano molto più ai loro cari, al modo migliore per non farli soffrire. Dunque, spiega Smith: “La morte per cancro è la migliore … Si può dire addio alla famiglia, riflettere sulla propria vita, lasciare gli ultimi messaggi, forse visitare luoghi speciali per l’ultima volta, ascoltare i brani musicali preferiti, leggere poesie, e prepararsi, secondo il proprio credo, a godere delle migliori condizioni dopo la morte”.
Naturalmente la frase di Smith ha alzato non poche polemiche. Il professor Jonathan Waxman, oncologo leader presso l’Imperial College di Londra specializzata nel cancro alla prostata, si scaglia contro la dichiarazione di Smith augurandogli di non dover mai aver bisogno di una sua consulenza o terapia. Waxman ha spiegato: “Non posso essere d’accordo sullo spreco di soldi per la ricerca sul cancro. Significherebbe dire che non valeva la pena di fare un investimento che ha portato ad un massiccio miglioramento dei tassi di sopravvivenza. Le morti per cancro al seno sono scesi da 17.500 a 11.700 in 25 anni – questo è un risultato favoloso”.
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