Ritratto di Léa, da Prada al trionfo a Cannes con l’amore lesbo
28 Maggio 2013 - di Claudia Montanari
CANNES — Finalmente ce l’ha fatta. Dalla moltitudine di provini, di corti, di piccole comparsate e di campagne stampa, Léa Seydoux ha trionfato a Cannes. Protagonista del discutissimo film “La Vie d’Adele”, che ha vinto la Palma d’Oro al festival di Cannes, Léa non sarà più solo una “modella”. Una storia d’amore lesbo, quella firmata dal regista Kechich, che le è valsa non solo uno dei premi più ambiti dell’anno ma che, soprattutto, le ha fatto “saltare il gradino”.
Il giornalista Valerio Cappelli racconta sul “Corriere della Sera” la bella Lèa. E si scopre una donna completamente opposta a quella rappresentata nel film. È “scandalosa”, Lèa, ma solo nel film: “Volevo vivere un’esperienza forte e unica, andare all’opposto di quello che sono io; volevo raggiungere un punto dove non ero mai andata, e dove forse non vorrò più tornare” racconta Lèa “sono a mio agio solo sul set“.
Sebbene la carriera di Lèa, da adesso in poi, sarà probabilmente tutta in discesa, il regista Kechich non è il primo a scommettere su di lei.
Si legge su Vanity Fair: “Chi aveva scommesso su di lei, ha vinto in popolarità. Primo tra tutti Prada, che l’ha voluta per interpretare la donna Candy, profumo zuccherino che le ha preso in prestito (per usarlo come simbolo della fragranza) persino il taglio di capelli iconico: biondo, liscio, e con una maxi frangia. Ma lo ha fatto anche Levi’s, uno dei primi brand a scoprire le sue qualità di attrice: nel 2008 (pensateci bene perché probabilmente la ricorderete), si spogliava più e più volte dei suoi jeans, in una scena di passione infinita. Ogni volta che si liberava da un abito, magicamente cambiava anche il suo look beauty”.
Una bellezza ammaliante, quella di Léa. Che nel film interpreta la ragazza che fa perdere la testa all’altra protagonista, Adèle Exarchopoulos: “Una storia d’amore e di passione tra due ragazze. Un’esperienza totale e radicale, due giovani corpi esibiti che si cercano, si desiderano, si mangiano. L’intimità violata dalla macchina da presa, che il regista «ha tenuto a distanza per non compromettere la complicità tra noi due», dice Léa, la nuova musa del cinema d’autore francese. Tanta poesia, nessuno scandalo. «La loro relazione è animale, istintiva, durante le riprese mi sono sentita perduta, pensavo di non riuscire a mettere a fuoco il personaggio». C’è qualcosa di assolutamente moderno nel suo sguardo, morbido e spigoloso allo stesso tempo, e si ripensa a certe scene che hanno turbato soprattutto gli spettatori maschili quando dice che «la mancanza è la condizione del desiderio. Oggi penso di poter esprimere la mia tristezza, che mi sospinge da molto tempo e mi serve a fare dei film. Ho l’impressione di riuscire a trattenere la vita” scrive Valerio Cappelli.
Così, a 27 anni, la carriera di Lèa splende e da semplice “modella” diventerà probabilmente “testimonial”. E la questione cambia, eccome se cambia…
Lea Seydoux per Prada Candy
Lo spot della Levi’s