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“Love, Inshallah”: la storia vera di 25 musulmane che parlano di sesso

Esce oggi 14 febbraio, giorno per antonomasia dedicato alle coppie innamorate, il libro “Love, Inshallah”, la storia di Najva Sol, una ragazza americana di origini iraniane, che ha trovato il coraggio di rivelare ai suoi genitori di non professare la fede musulmana e, contemporaneamente, di essere lesbica. Ecco, lo abbiamo detto. Abbiamo lanciato la bomba tutta insieme e sappiamo che, soprattutto per il mondo musulmano, sarà difficile da digerire la notizia.

L’obiettivo del libro è quello di “far capire che sotto il burqa c’è di più. Anche noi abbiamo desideri e sofferenze”, spiega Nura Maznavi, una delle curatrici del libro.

In fondo, fare certe rivelazioni non è facile nemmeno in ambienti “moderni e progressisti” come quelli occidentali, figuriamoci se le protagoniste sono membri della comunità islamica, notoriamente estremista e conservatrice.

Eppure Najva Sol, una ragazza americana di origini iraniane, ha trovato il coraggio di rivelare ai suoi genitori la verità davanti ad una tazza di caffè in un bar di Rockville, nel Maryland, confessando di aver sempre detto bugie, conducendo uno stile di vita tipicamente occidentale, ubriacandosi a quelle feste alle quali loro le avevano sempre vietato di partecipare. Najva ha anche confessato di aver visto regolarmente film porno, di aver fatto sesso con diversi uomini, sebbene abbia poi ammesso di preferire le donne. Un duro colpo, quello dei genitori, ma (per fortuna) a Najva è andata meglio rispetto ad altre sue coetanee spesso finite trucidate dai padri e dai fratelli stessi solo per aver frequentato amici occidentali, e, benchè la giovane ricordi con terrore il momento della confessione, i genitori hanno finito per accettare il tutto. Najva ha chiesto ai suoi se poteva essere una buona figlia e una brava persona nonostante fosse gay e, dopo una pausa che sembrava interminabile, hanno risposto: “Sì”.

Si legge sul quotidiano La Repubblica una dichiarazione della co-editrice Maznavi Nura: “Le donne musulmane vengono viste o come danzatrici del ventre, ridotte a corpi sotto controllo celate dietro alle vesti neri, senza desideri, tantomeno di sesso. La verità è che come tutte le donne anche noi soffriamo per amore». Un cammino contorto come quello di tutte le ragazze e i ragazzi di ogni latitudine. Di fronte ai divieti del papà iraniano l´irrequieta Najva fu sorpresa quattordicenne davanti al computer a compulsare siti porno: «Ma io ero solo curiosa di vedere come siamo fatti».

Najva, in fondo, ha sempre indossato i vestiti a righe che le dava sua madre ma solo per nascondere gonne corte e altri indumenti che nascondeva poi nell’armadietto a scuola, insieme ai tacchi alti, in modo che nessuno potesse trovarli.

Dei 25 autori che sono stati inclusi, ben 20 hanno accettato di essere nominati: un atto di coraggio che, speriamo, significhi davvero qualcosa.

Fonte: Attualissimo.it

Claudia Montanari

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