Lucia Annibali, a Storie Maledette una storia di non amore FOTO
4 Febbraio 2016 - di Claudia Montanari
ROMA – Lucia Annibali, a Storie Maledette una storia di non amore FOTO. Cruda e crudele: una storia talmente straziante che l’intervista di Franca Leosini a Luca Varani, imputato condannato in Appello a 20 anni come mandante dell’aggressione con l’acido alla sua ex fidanzata Lucia Annibali è arrivata addirittura in Parlamento. Parlarne o no, questo è il dilemma. Ma l’intervista si è fatta e andrà in onda. La Leosini, come un treno, darà modo all’uomo considerato un mostro da tutta Italia a raccontare la sua versione dei fatti. Che molto si discosta da ciò che è stato deciso in Tribunale fino ad oggi. Ma chi è davvero Lucia Annibali, l’Avvocato di Pesaro-Urbino il cui volto (e non solo) è stato drammaticamente sfregiato dall’acido? La Annibali ha scritto un libro in merito alla sua storia. Un libro scritto a quattro mani con Giusi Fusano che andrebbe assolutamente letto.
Perché di Lucia si sa, forse, quello che si legge sui giornali. Si sa che è stata indissolubilmente sfregiata con l’acido, si sa che il suo ex fidanzato è stato condannato in Appello a 20 anni di carcere come mandante dell’aggressione. Si sa che si era salvata la pelle quel giorno ma che nei mesi successivi al tragico evento il baratro verso la depressione era per lei sempre più vicino. Ma si sa anche che Lucia ce l’ha fatta e con coraggio ha raccontato la sua storia e affrontato i numerosi interventi chirurgici, e che per una volta, sembra, che la giustizia stia facendo il suo (giusto) corso.
Il libro, però, il libro è un’altra cosa. Addentrarsi in questa lettura non è certo cosa semplice, sia chiaro, ma quando ci si riesce si viene catapultati in una storia di non amore così comune, eppure così tragica. Perché Lucia potremmo essere tutte. E non tanto perché noi tutte potremmo incorrere in una storia così drammatica ma perché gli eventi che accadono alla coppia, rendono i due molto simili a qualsiasi altra nostra relazione. E quante volte anche noi “non abbiamo colto i segnali”, proprio come racconta Lucia. La Annibali, infatti, racconta alla perfezione l’inizio della loro relazione, il bell’Avvocato, irresistibile e belloccio che inizialmente persino ti disturba per la sua spocchia e arroganza, e di cui poco dopo però finisci per innamorartene. Quel bravo-cattivo ragazzo misterioso che affascina. Una relazione da vivere poi ovunque, la voglia di stare insieme, di vedersi, di fare l’amore, quella voglia tutta tutta femminile di sentirsi un po’ “mamma”, preparando cene per lui e accocolarsi sul divano a vedere la tv. Lucia, inoltre, è proprio come tutte noi: ama la moda, è ossessionata dal fisico e dalla palestra, dai capelli fuori posti e dal make up. Poi però qualcosa nella sua relazione con Luca cambia. La storia degenera. Lui sparisce per giorni. Dopotutto, era una storia clandestina la loro. Particolare importantissimo questo, perché renderà poi le indagini molto più complesse, non comparendo lui (tantomeno Lucia) da nessuna parte. Se non nei tabulati telefonici…
La storia, purtroppo, non è una storia, non è solo un bel romanzo. È una vicenda vera. È la storia di Lucia. I segnali che lei adesso vede a caratteri cubitali che all’epoca faceva fatica a riconoscere. Quelle piccole cose che ci devono far comprendere che no, qualcosa non va. Il libro di Lucia andrebbe letto e fatto leggere. Dovrebbe essere regalato alle amiche, alle sorelle, alle mamme. E, ovviamente, a tutti gli uomini. Dovrebbe essere letto a scuola ad alta voce, perché ragazze e ragazzi dovrebbero imparare giovani, giovanissimi, cosa è amore e cosa non lo è, capire un rifiuto e come metabolizzarlo.
Lucia ha pensato di riuscirsi a salvare da sola. Per fortuna, però, la Annibali è davvero una donna forte ed è riuscita a rimanere lucida nonostante il dramma, nonostante il dolore, nonostante le tante lacrime versate, nonostante il suo volto sia stato letteralmente cancellato via. Lucia non si è mai lasciata andare, ha saputo reagire:
“Amo il mio viso più di quanto lo amassi quand’era perfetto, lo amo perché mi sono sudata ogni piccolo, piccolissimo passo in avanti per vederlo migliorare. La mia faccia oggi è il frutto della mia fatica e della mia tenacia”.